Italia

Il Governo prepara un decreto salva-banche. Domenica riunione del Cdm

  • Abbonati
  • Accedi
SALVATAGGI BANCARI

Il Governo prepara un decreto salva-banche. Domenica riunione del Cdm

Il Consiglio dei ministri si riunirà domenica pomeriggio alle 17,30. Il Governo, infatti, secondo quanto apprende Radiocor, ha deciso di varare un decreto legge per completare il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie. Direttamente interessate sono le quattro banche in amministrazione straordinaria, Banca Marche, Carife, Popolare Etruria e CariChieti, per le quali appare difficile il tentativo di salvataggio da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi per l’opposizione della Commissione europea. L'intervento per decreto legge disegna una strada alternativa al nuovo meccanismo europeo del bail-in, che peraltro entrerà in vigore dal primo gennaio prossimo e che prevede in caso di crisi bancarie il coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti e in ultima battuta, se necessario, dei correntisti della banca con conti superiori ai 100mila euro.

Le 4 banche sono state poste in amministrazione straordinaria dopo che avevano eroso i requisiti di capitale richiesti dalle autorità. Il governo e Banca d’Italia hanno cercato di ottenere l’ok della Commissione europea alla creazione di una bad bank in cui veicolare i crediti deteriorati ma da Bruxelles è arrivato un «no». I crediti in sofferenza del sistema bancario italiano hanno raggiunto il record di 200 miliardi di euro in settembre.

Fino agli ultimi sviluppi, con il Cdm di domenica, l’appuntamento decisivo doveva essere quello del 26 novembre. Giorno in cui il Fondo interbancario ha convocato a Roma l'assemblea dei soci per esaminare il dossier del salvataggio delle quattro banche. Ma l’opposizione di Bruxelles a questa soluzione ha indotto il governo a un cambio di rotta. È avanzata allora l'ipotesi di imboccare la via della risoluzione per Banca Marche, Carife, Popolare Etruria e CariChieti, le quattro banche al centro del piano di salvataggio in cantiere da mesi.

D'altronde da martedì scorso, cioè da quando è entrato in vigore il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui salvataggi bancari, è formalmente stata costituita presso Bankitalia l'Autorità di risoluzione delle crisi: secondo quanto si apprende, è ad essa che potrebbe toccare l'attuazione del piano di salvataggio delle quattro banche. Facendo ricorso agli strumenti previsti dal decreto: oltre al bail-in, congelato fino al 1° gennaio 2016, c'è la possibilità di costituire un ente ponte cui conferire gli asset buoni, e una bad bank in cui “scaricare” i crediti deteriorati.

Dai colloqui tra Bankitalia, Mef e Abi emergerebbe l'ipotesi di costruire otto newco: quattro good bank e altrettante bad bank, due per ognuna delle banche in crisi. Con quali soldi? La normativa parla anzitutto di risorse di mercato, e qui le banche, come ha confermato l'altroieri il presidente Abi Antonio Patuelli sono pronte a fare la loro parte; poi ci potrebbe essere la conversione di una parte delle obbligazioni subordinate. Da ultimo, la direttiva Brrd prevede l'intervento dello Stato: la normativa italiana di recepimento non ha inserito questa parte, ma basterebbe un decreto legge ad hoc per farlo. Proprio quel decreto legge che potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri di domenica.

Il piano di risoluzione verrebbe costruito su un modello simile a quello adottato vent'anni fa per il Banco di Napoli: una parte sana portata in una good bank da ricapitalizzare per poi cederla sul mercato e una bad bank per liquidare in tempo ragionevole gli asset in sofferenza. Il decreto che il Governo dovrà varare nel week-end, secondo fonti a conoscenza del dossier, punta a velocizzare le procedure per costituire quattro good bank e altrettante bad bank. Le prime verrebbero gestite dall'Autorità di risoluzione istituita all'interno della Banca d'Italia. Lo schema di intervento dovrebbe continuare a coinvolgere il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt) che giovedì prossimo modificherà lo statuto e creerà una nuova sezione aperta ai contributi volontari delle banche. Le risorse necessarie per i quattro istituti sono di oltre 2 miliardi. In parte potrebbero arrivare dal nuovo Fondo di risoluzione; tutte le banche italiane entro fine dicembre devono versarvi un contributo calcolato per quest'anno in circa 500 milioni. Secondo un'ipotesi che circola, potrebbe essere chiesto alle banche lo sforzo di anticipare anche i fondi previsti per i prossimi anni. A contribuire al salvataggio, secondo le nuove regole del meccanismo di risoluzione, già da quest'anno intervengono azionisti delle banche e creditori subordinati. Questi ultimi non si vedrebbero rimborsati alla scadenza i prestiti sottoscritti che verrebbero convertiti in azioni della good bank ricapitalizzata.

© Riproduzione riservata