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Piano salva-banche verso la detassazione dei contributi

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CONSIGLIO DEI MINISTRI

Piano salva-banche verso la detassazione dei contributi

ROMA - Da domani mattina quattro nuove banche-ponte prenderanno attività e sostituiranno le quattro banche da tempo commissariate e giunte al limite della sopravvivenza: la Banca della Marche, la Cassa di risparmio di Chieti, la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio e la Cassa di Risparmio di Ferrara.
Gli istituti, nuovi anche nella denominazione (Nuova Banca delle Marche, eccetera) saranno ripuliti da tutti i crediti in sofferenza delle banche in crisi, crediti che verranno trasferiti in un'unica bad bank, e potranno quindi operare da subito e senza soluzione di continuità con la clientela.

È questo l'effetto del decreto legge approvato nel pomeriggio dal Consiglio dei ministri e che sarà pubblicata domattina in Gazzetta Ufficiale, un testo varato dopo i passaggi tecnici con la Banca d'Italia e la Commissione europea. La riunione dei ministri, presieduta da Matteo Renzi, è durata meno di mezz'ora. Nel comunicato di palazzo Chigi diffuso al termine della riunione si fa riferimento ai due decreti legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015, che insieme con le delibere della Banca d'Italia del 21 novembre hanno dato vita alla procedura di risoluzione per le crisi bancarie. Il decreto, proposto dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, definisce le modalità di raccolta dei contributi da parte del sistema bancario per la dotazione del Fondo di risoluzione nazionale.

Un primo passaggio per garantire la continuità da domani dell'attività della quattro nuove banche-ponte e al quale seguirà successivamente «l'integrale avvio del Meccanismo di risoluzione unico». Tutti i costi dell'operazione saranno a carico del sistema bancario, che potrà recuperarli nel medio termine con il perfezionamento dell'operazione di salvataggio, ovvero tramite operazioni di recupero crediti o con l'acquisto delle attività creditizie salvaguardate tramite l'acquisto di terzi. Nel comunicato di palazzo Chigi si parla però anche di applicazione di imposte differite già in vigore per tutti gli istituti di credito anche per le nuove banche e si escludono esplicitamente forme di «finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione».

Infine si chiarisce che, in linea con la nuova regolamentazione introdotta dal decreto 180/2015, non si prevede alcun ricorso al bail-in per le complessive operazioni di salvataggio. Nessuna cifra è circolata sulla dotazione del fondo di risoluzione o per il successivo Meccanismo di risoluzione unico ma fonti vicine al dossier hanno parlato di una soluzione capace di garantire immediatamente maggiore credito sui territori dove operano le quattro banche commissariate (da due anni e mezzo la prima da nove mesi l'ultima) per le quali, come detto, vengono salvaguardati i depositi di tutti i clienti e i posti di lavoro di tutti i dipendenti.

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