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Lettera firmata Isis al ministro Orlando: proiettili e minacce di morte in…

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Lettera firmata Isis al ministro Orlando: proiettili e minacce di morte in arabo

Una lettera di minacce scritta in arabo, contenente dei proiettili, è stata inviata al ministro della Giustizia Andrea Orlando. La lettera, chiusa in una busta, aveva l'indirizzo scritto in inglese ed era stata recapitata al ministero di via Arenula a Roma. La lettera è firmata Isis ed inneggia ad Allah. «Entreremo a Roma - è scritto nel testo in arabo - e taglieremo la tua testa». La lettera si chiude con le parole “Allah akbar”, ossia “Allah è grande”. Un’altra lettera con minacce (scritta però in italiano) era stata inviata a Orlando un mese fa.

Busta con minacce e proiettili
I proiettili inseriti nella lettera sono due e sono proiettili di fucile mitragliatore AK47 “kalashnikov”. L'indirizzo sarebbe stato scritto sulla busta con un normografo e la lettera sarebbe giunta a Fiumicino e poi da qui a via Arenula, la sede del ministero. Della vicenda si sta occupando la Procura di Roma. Le verifiche sul caso sono coordinate dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dall'aggiunto Giancarlo Capaldo, coordinatore del pool antiterrorismo, che procede al momento per il reato di minacce.

Orlando domani in missione a Tirana
Domani il Guardasigilli è atteso a Tirana in Albania insieme al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti per una missione che punta al consolidamento della cooperazione giudiziaria fra Italia e Albania, con particolare riferimento alla lotta al terrorismo e all'estremismo violento. In agenda, una serie di incontri con le principali istituzioni albanesi per dare un segnale concreto dell'impegno e della vicinanza italiana per rafforzare la cooperazione nella lotta al terrorismo jihadista. Orlando e Roberti incontreranno, tra gli altri, il primo Ministro Edi Rama. I colloqui con le autorità albanesi saranno l'occasione per un confronto delle rispettive misure legislative e delle esperienze investigative di contrasto alla radicalizzazione e al fenomeno dei “foreign fighters” e ai possibili legami con la criminalità organizzata. In questo quadro sarà esaminato l'impegno reciproco nello scambio di informazioni e nella collaborazione operativa nonché nell'intensificazione della cooperazione giudiziaria.

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