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Abi: la ripresa è «chiara». Pil +0,8% nel…

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il rapporto di previsione

Abi: la ripresa è «chiara». Pil +0,8% nel 2015 e +1,5% nel 2016

«L’economia italiana è uscita dal sentiero recessivo ed è avviata su un percorso di chiara ripresa». Il rapporto di previsione Afo 2015-2017 presentato oggi dall’Abi vede rosa sul futuro: il Pil crescerà dello 0,8% quest’anno per salire all’1,5% nel 2016 e all’1,6% l’anno dopo.

Conforta l’aumento di fiducia
Già a luglio si era delineato un «quadro di espansione» ma a quel quadro, «a motivo dei rischi a ribasso che si sono nel frattempo palesati e che hanno tutti un’origine esterna (Paesi emergenti, terrorismo internazionale, difficoltà nel settore automobilistico europeo), possono associarsi ora probabilità di realizzazione meno elevate di allora».
A confortare la previsione di ripartenza, per l’Abi, ci sono però «i tre trimestri consecutivi di crescita e un insieme di indicatori congiunturali, tra cui quelli relativi alla fiducia di famiglie e imprese».

Sorpresa dai consumi delle famiglie
Il tratto positivo è che «contrariamente alle attese dei più, il recupero è fortemente frenato dalla domanda interna e dai consumi delle famiglie, in particolare una relativa “sorpresa” che evidentemente deve essere tenuta in conto nel valutare una politica economica che nel recente passato ha deliberatamente puntato a manovre fiscali in grado di stimolare ed espandere la spesa privata».

Banche: redditività resta insoddisfacente
Per le banche, il rapporto delinea un avvenire sostanzialmente positivo, un settore «che si avvia sulla strada della normalizzazione». Anche se la “redditività” bancaria continuerà a rimanere tutt’altro che vivace, complice l’andamento del margine di interesse «frenato dal basso livello dei rendimenti di mercato» e una elevata incidenza del rischio bancario che risente sia dell’elevato peso di partenza delle sofferenze, sia della forte pressione derivante dal nuovo quadro regolamentare e di supervisione. Nel rapporto, l’Abi stima che il Roe si attesterà allo 0,7% nel 2015 (-2,2% nel 2014) e all’1,8% nel 2016. Nel 2017 il rendimento del capitale (Roe) si attesterà sul 2,7%, oltre tre volte inferiore ai livelli pre-crisi. Il quadro di redditività, si sottolinea, «pur in miglioramento, è ben lungi dal presentarsi come soddisfacente, dovendo continuare a fare i conti con la pesante eredità lasciata dalla più grande crisi dal dopoguerra». Nel 2017 «gli utili netti delle banche dovrebbero tornare a superare i 10 miliardi di euro per la prima volta dal 2008: tuttavia, se espressa in termini di capitale, tale ripresa risulterà ampiamente insoddisfacente giungendo a fine periodo a un valore del Roe ancora inferiore al 3% e a quanto registrato nel 2008, primo anno di crisi».

Sofferenze in calo soltanto dal 2017
Le sofferenze, dopo l’aumento del 10,6% nel 2015 e del 2,7% nel 2016, cominceranno a calare soltanto dal 2017 (-3,2%). «Il processo di deterioramento netto dei crediti - aggiunge l’Abi - sta rallentando anche se risulta ancora troppo intenso». L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti a clientela è prevista tornare intorno ai valori pre crisi solo alla fine del 2020.

Verso la ripresa degli impieghi
Quanto agli impieghi, si prevede che la loro crescita «prenderà vigore» dal 2016 «allineandosi ai previsti tassi di crescita del Pil nominale», con i «primi segnali di inversione del ciclo del rischio bancario». L’Abi stima in particolare che «il volume degli impieghi a residenti crescerà solo marginalmente quest’anno per poi accelerare nel biennio finale di previsione (2016-2017, ndr). La prevista crescita continuerà a risultare leggermente inferiore al tasso di sviluppo del prodotto cosicché a fine 2017 l’input di credito per unità di Pil risulterà pari al 107,5%,di 1,7 punti percentuali inferiore al dato di fine anno scorso». Nel biennio 2016-2017 «il complesso dei prestiti a famiglie e imprese dovrebbe crescere al tasso medio del 3%».

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