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Unioni civili, fibrillazioni nel Pd. Ipotesi mediazione: Renzi…

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Unioni civili, fibrillazioni nel Pd. Ipotesi mediazione: Renzi farà il punto con Boschi e capigruppo

Clima surriscaldato in attesa del 26 gennaio, data dell’approdo in Aula al Senato del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Nella maggioranza Ap-Ncd continua a fare muro contro ogni ipotesi di adozione per le coppie dello stesso sesso, incluso l’affido rafforzato. Nel Pd il dialogo tra le varie anime si fa più difficile. Il premier Matteo Renzi vedrà la ministra Maria Elena Boschi e i capigruppo dem per fare il punto e lavorare a una mediazione, anche se l’intento dei vertici è quello di non agitare ulteriormente le acque fino almeno a lunedì: quell’11 gennaio in cui il Governo si aspetta di incassare il sì di Montecitorio alle riforme costituzionali, a tre mesi dal quale potrà cominciare il secondo passaggio parlamentare senza la possibilità di emendare il testo. L’atto finale prima del referendum.

La Cei: stepchild adoption «inaccettabile»
Domani si terrà la prima riunione della presidenza Cei dopo la pausa natalizia e in agenda, accanto alla preparazione del Consiglio permanente della conferenza dei vescovi in programma proprio dal 26 al 28 gennaio, c’è il nodo del riconoscimento delle coppie dello stesso sesso. Pesano le parole pronunciate ieri dal presidente Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova: «Nessun’altra istituzione deve oscurare la realtà della famiglia con situazioni similari». La Chiesa irrompe nel dibattito fissando paletti precisi: quella delle coppie gay è una convivenza «rispettabile», che può essere riconosciuta senza però aprire ad alcuna ipotesi di adozione. Oggi sul tema è tormato il direttore dell’Ufficio nazionale della Pastorale familiare della Cei, don Paolo Giulietti, definendo «inaccettabile» la stepchild adoption (la possibilità di adottare il figlio naturale del partner) ed esplicitando il timore che il ddl possa contribuire a «liquefare ulteriormente il matrimonio». Il fronte cattolico si muove anche in altro modo: verso un nuovo Family Day a fine gennaio ovvero negli stessi giorni del rush finale del ddl Cirinnà al Senato.

Linea dura di Ap-Ncd: no anche ad affido rafforzato
Nella maggioranza è Ap-Ncd di Angelino Alfano a fare la voce grossa sposando in pieno la posizione della Cei, lanciando la proposta di un referendum abrogativo se la legge passasse come è stata riscritta dal Pd e chiedendo addirittura la pena del carcere per l’utero in affitto. «Cirinnà - ha aggiunto oggi il deputato Rocco Buttiglione - sostiene che la sua proposta di legge non ha nulla a che vedere con l’utero in affitto. Se questo è vero non avrà difficoltà a scrivere nella legge che i bambini prodotti per mezzo dell’utero in affitto non possono essere adottati da coloro che ne hanno commissionato la produzione. Questo eliminerebbe ogni equivoco». Il senatore Maurizio Sacconi chiude la porta a ogni soluzione di compromesso come l’affido rafforzato, gradito a una parte dei cattolici del Pd al posto della stepchild adoption. E la deputata Paola Binetti attacca: «Non si tratta solo di un confronto dialettico tra Pd e Ncd, ma tra il Pd, con le sue diverse anime, e quel che resta dell’antica tradizione culturale della Democrazia cristiana».

Pd, botta e risposta Licata-Costa
Che nel Pd si continuino a registrare crepe è un dato di fatto. Nonostante le parole di Renzi nella conferenza stampa di fine anno, oggi è andata in scena la polemica via Facebook tra Cristiana Alicata e l’europarlamentare Silvia Costa. Licata, ex dirigente del Pd romano ed esponente storica del mondo Lgbt, nonché membro del Cda Anas da maggio, ha scritto: «Ho deciso, da semplice iscritta al Partito Democratico, che chiederò l’espulsione dal Pd di tutti coloro i quali sostengono l’esistenza di una lobby gay. Domani comincerò con Silvia Costa». Una risposta diretta a quanto scriveva poche ore prima la stessa Costa: «Secondo voi perché la lobby Lgbt in Parlamento Europeo ha fatto enormi pressioni perché fosse bocciato il Paragrafo del Rapporto sui diritti umani che ribadiva la condanna della pratica della maternità surrogata che, ricordo, è vietata in Italia e in molti Stati membri? Sono d’accordo con le riflessioni di parlamentari Pd che propongono soluzioni diverse dalla stepchild».

Si lavora a una mediazione
Tra domani e lunedì dovrebbe andare in scena il confronto tra Renzi, Boschi e i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda. L’obiettivo è evitare strappi prima del 18, quando è convocata la direzione del partito. Per ora la linea ufficiale resta quella di mantenere il testo, stepchild adoption compresa, concedendo ai centristi magari soltanto un rafforzamento del divieto di utero in affitto. Anche se la proposta dell’affido rafforzato resta sul tavolo, tanto che oggi il senatore Giorgio Tonini, in un’intervista a Repubblica, l’ha definita una «soluzione interessante» registrando però la risposta negativa di Ap-Ncd.

Delrio: «Legge di civiltà, Parlamento troverà equilibri»
Dal Governo si leva la voce cauta di Graziano Delrio, ministro dei Trasporti. «Va fatta perché è una legge di civiltà», dice. Ma aggiunge: «Credo che il Parlamento saprà trovare i giusti equilibri tra le diverse sensibilità presenti». Più decisa la presidente della Camera Laura Boldrini: «Il Parlamento deve fare la legge perché gli italiani se lo aspettano». E chissà che per farla il Pd non decida di ricorrere di nuovo all’asse con il M5S, dopo il precedente dell’elezione dei giudici della Consulta.

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