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Timbravano il cartellino e se ne andavano: a Roma 9 custodi di museo…

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operazione “museum”

Timbravano il cartellino e se ne andavano: a Roma 9 custodi di museo sospesi per un anno

Timbrare sistematicamente il cartellino, per sé e per i colleghi ritardatari o assenti, per poi andarsene per i fatti propri. Un'abitudine, per nove dipendenti del Museo nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari della Capitale, contro i quali il Gip del tribunale di Roma, su richiesta del Pm, ha appena disposto un'ordinanza di sospensione cautelare per un anno dal servizio nella Pa.

Mesi di accertamenti e verifiche con telecamere nascoste
I furbetti del badge, tutti tra i 43 e i 65 anni, sono stati messi sotto osservazione per diversi mesi con pedinamenti e riprese video con telecamere piazzate nei punti nevralgici del museo, che hanno permesso di accertare la prassi truffaldina degli impiegati. Per tutti le accuse, a vario titolo, sono quelle di falsità materiale e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa ai danni dello Stato (per alcuni con l'aggravante di aver commesso il fatto per conseguire il profitto di un altro reato e con la violazione dei doveri di una pubblica funzione), false attestazioni e certificazioni.

In ozio in sala corsa o al lavoro nel negozio del marito
Tra i casi di truffa più palese individuati nel corso dell'operazione “Musem”, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo di Roma Eur, quello di una dipendente che, in pieno orario di lavoro, timbrava il cartellino per poi andare a fare la commessa nel negozio di frutta e verdura del marito. Un altro dipendente del museo si è invece rivelato un assiduo frequentatore di un centro di scommesse sportive della zona. Uno degli indagati è stato addirittura arrestato, perché sorpreso in località diversa dal luogo di lavoro benché ufficialmente presente, visto che aveva timbrato il cartellino all'inizio del turno.

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