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Unioni civili, vertice a palazzo Chigi: libertà di coscienza in…

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ddl il 26 gennaio in aula al senato

Unioni civili, vertice a palazzo Chigi: libertà di coscienza in Parlamento

Sul nodo della “stepchild adoption” al dunque deciderà però il Parlamento. È quanto è emerso dopo una riunione di Renzi con i capigruppo Pd e il ministro Boschi oggi a palazzo Chigi. Renzi, spiegano fonti parlamentari vicine al premier, ha ribadito l’intenzione di non forzare sulle unioni civili, «lasciando alle Camera la possibilità di decidere autonomamente». E, pur favorevole all'adozione del figlio del partner prevista dal ddl Cirinnà, ha ribadito che su questo tema si debba lasciare libertà di coscienza ai parlamentari. Niente emendamenti del governo sul punto, dunque. La strada dell'affido rafforzato sarebbe stata scartata, anche perché rischierebbe di essere bocciata dalla Corte costituzionale. Non ci sarà direzione Pd il 18 gennaio (come previsto in un primo momento), ma un'assemblea del gruppo al Senato, forse la prossima settimana.

Unioni civili, vertice Pd a Chigi
Il vertice è servito a fare il punto alla ripresa dei lavori parlamentari. Il premier Renzi, il ministro Boschi e i capigruppo dem di Camera e Senato, Rosato e Zanda, si sono visti questa mattina per discutere dei prossimi provvedimenti. Il nodo più spinoso resta quello sulle unioni civili. Prima dell'approdo del ddl in Aula al Senato il26 gennaio, si terrà un'assemblea dei parlamentari del Pd per cercare una larga convergenza sul ddl Cirinnà, ma al momento non è prevista alcuna direzione. Renzi ha affidato al ministro Boschi il compito di smussare i contrasti con i cattolici dem che puntano i piedi sui punti più controversi della legge. A partire dalla “stepchild adopotion” (la possibilità per il partner di adottare il figlio naturale del compagno all'interno della coppia gay, ndr), avversata fortemente dai centristi di Ap.

Testo Cirinnà resta punto partenza
Il punto di partenza rimane il testo della senatrice dem Monica Cirinnà, anche se nei prossimi giorni potrebbe arrivare una proposta per ribadire i principi contenuti nel testo, ma circoscrivendo ulteriormente la stepchild adoption. Proposta che arriverebbe dalla cabina di regia messa in piedi dal Pd e che vede Micaela Campana tra i parlamentari più attivi. Il tentativo sarebbe quello di ridurre il dissenso e dare maggiore precisione ai casi di applicazione di stepchild adoption.

Il no dei centristi di Ap
Non sembra probabile che l’ultima proposta di mediazione alla quale sta lavorando il Pd convincerà i centristi di Ap, contrari alla “stepchild adoption” in tutte le sue versioni. Tanto che il leader di Ap Angelino Alfano ha già annunciato un referendum abrogativo sul punto, tanto da avere già escluso la convergenza sull'unica ipotesi di compromesso offerta finora in campo dem, ossia quella dell'affido rafforzato sostenuta da alcuni senatori cattolici tra i quali la renziana Maria Rosa Di Giorgi. Anche se va registrato oggi il rilancio di una proposta di mediazione proprio sull’affido, da parte di Fabrizio Cicchitto (Ap). «Mentre le unioni civili per coppie omosessuali fanno parte del comune sentire - ha dichiarato Cicchitto - assai più delicata è la tematica riguardante i bambini. Per questo, anche indipendentemente dalle nostre posizioni personali in materia, riteniamo che la proposta dell'affido, di per sé umana e responsabile, costituisca una seria mediazione indipendentemente dalle scomuniche provenienti dagli estremisti di opposto segno».




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