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Pensioni, Boeri: manderemo a tutti le «buste arancioni»

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Pensioni, Boeri: manderemo a tutti le «buste arancioni»

Le buste arancioni, i prospetti per la simulazione della pensione futura, «le manderemo, ci impegniamo a mandarle perché bisogna raggiungere tutti, dobbiamo trovare il modo. Non si può sostituirle con la comunicazione online, visto che c'è chi non ha il Pin» per accedere al link web. Così il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in occasione del workshop “L'implementazione dell'agenda digitale italiana e le nuove sfide della rete” in corso a Roma. «Proprio chi non è digitalizzato ha più bisogno di ricevere la busta arancione», ha spiegato Boeri. D'altra parte, ha aggiunto, «la tutela del risparmio passa per la consapevolezza».

Boeri: sgambetto su busta arancione, grave se vendetta per vitalizi
Sul mancato invio da parte dell'istituto di previdenza delle famose “buste arancioni”, quelle con l' “estratto conto” sulla pensione futura, Boeri era andato all’attacco il 10 gennaio, in un’intervista su Sky Tg24, spiegando che per due volte è stato cancellato in extremis un emendamento alla legge di Stabilità che consentiva di spostare risorse Inps e destinarle proprio alle spese postali necessarie. Due 'sbianchettature' che si era augurato (con una punzecchiatura al vetriolo) non fossero una piccola vendetta alla proposta di eliminare i vitalizi parlamentari. «Alcune voci dicono che sia stato fatto perché noi abbiamo proposto di tagliare i vitalizi - ha dichiarato Boeri - Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo».

Ira Camera contro Boeri. Boschi: dubbi infondati
Dubbi definiti «infondati» ieri dal ministro Maria Elena Boschi, che aveva assicurato: «Sarà nostra cura chiarire a Boeri che il suo dubbio è infondato». Era stata la stessa Camera dei deputati ad andare all'attacco del presidente dell'Inps, Tito Boeri, e chiede al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di intervenire contro le frasi «intimidatorie» che ha pronunciato in una recente intervista. Durante la conferenza dei capigruppo su proposta di Renato Brunetta, condivisa da tutti i gruppi parlamentari ad eccezione del Movimento 5 stelle, è stato chiesto alla presidente della Camera, Laura Boldrini, di scrivere al premier Matteo Renzi per stigmatizzare le parole del presidente dell'Inps che domenica scorsa aveva sollevato il dubbio che il Parlamento avesse fatto mancare i soldi per le buste arancioni per «vendicarsi» della sua proposta di abolire i vitalizi.

Inail: intervenire su assicurazione casalinghe
Intanto il direttore centrale dell'Inail, Agatino Cariola, in audizione presso la commissione Lavoro della Camera sulla normativa previdenziale e sulle disparità di trattamenti pensionistici tra uomini e donne, ha sottolineato che gli iscritti all'assicurazione obbligatoria per il lavoro domestico, che vede nella sua platea soprattutto donne, «diminuiscono ogni anno, sebbene il premio assicurativo sia molto basso(12,91 euro)». E ha auspicato «un'iniziativa legislativa» che «possa superare le difficoltà e andare incontro all'attesa dell'utenza stessa». Cariola ha spiegato che la polizza indennizza solo gli eventi che comportano un'invalidità «superiore al 27%», e che «la miriade di infortuni domestici con conseguenze basse dal punto di vista del danno non vengono risarcite».

Rete Imprese: no a disparità lavoratrici autonome
Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, durante l'audizione di Rete Imprese Italia presso la commissione Lavoro della Camera, ha chiesto invece di «superare le disparità pensionistiche fra le lavoratrici dipendenti e quelle autonome». Per andare in pensione, i requisiti richiesti alle lavoratrici dipendenti sono «35 anni di contributi e 57 anni di età», mentre per le autonome, «oltre ai 35 anni di contribuzione è richiesta un'età anagrafica di 58 anni», ha spiegato Bussoni sottolineando che «si tratta di una discriminazione che appare di dubbia costituzionalità e che non trova giustificazione in presenza del calcolo pensionistico contributivo».

Alleanza cooperative: opzione donna è inadeguata
Dora Iacobelli, vice presidente della Lega Coop, in rappresentanza di Alleanza Cooperative ha definito «inadeguato» lo strumento “opzione donna” riconfermato per un anno con la legge di stabilità. A motivare questa critica, fra le varie cose, c'è il fatto che lo strumento sia «troppo penalizzante per la riduzione della pensione che ne consegue», mentre sarebbe opportuno «prevedere per le lavoratrici madri uno sconto rispetto all'età di pensionamento, pari a un anno per ciascun figlio, così come si dovrebbe rilevare, rispetto all'età pensionabile, il periodo del servizio civile». Infine, «dovrebbe essere previsto il riscatto dei periodi di maternità, così come dei periodi di studio».


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