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Scontro Juncker-Renzi, Ue: manca interlocutore, troppi…

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Scontro Juncker-Renzi, Ue: manca interlocutore, troppi malintesi. Gentiloni: abbiamo governo con pieni poteri

C'è preoccupazione nei piani alti delle istituzioni europee per i rapporti con l'Italia. I malumori di Bruxelles nei confronti di Roma, che sono culminati nello sfogo di venerdì scorso del presidente Jean-Claude Juncker, nascono, secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche, dall'assenza di interlocutori chiari nel governo italiano per affrontare i diversi dossier. Problemi di comunicazione che possono diventare problemi politici. Infatti a Bruxelles si lamenta la mancanza di continuità nello scambio, tale da evitare i malintesi, che invece si fanno più frequenti, con uno scontro ormai aperto fra il presidente della Commissione europea Juncker, e il presidente del Consiglio italiano, Renzi. I dialoghi «dietro le quinte» sono una costante fra le istituzioni Ue e tutti i paesi, mentre, secondo queste interpretazioni, sono carenti per quanto riguarda il governo italiano. Venerdì Juncker ha detto che il governo italiano «sbaglia a criticare la commissione», ricordando in particolare le aperture di Bruxelles sulla flessibilità nella valutazione dei conti pubblici italiani.

Ue, Gentiloni: a Roma c'è un governo nel pieno dei poteri
Sulla presunta mancanza di interlocuzione il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha replicato piccato: «Abbiamo un continuo dialogo con le istituzioni, abbiamo un ministro degli esteri, degli interni, dell'economia, l'Italia ha un Governo nel pieno dei suoi poteri». E ha aggiunto: «A me nessuno ha detto una cosa del genere. Un tempo c'erano i “cremlinologi”, non mi fate fare il “commissionologo”». In mattinata, al suo arrivo al Consiglio esteri Ue Gentiloni aveva dichiarato: «Credo francamente che da Bruxelles siano arrivate delle polemiche che io considero inutili. Noi non partecipiamo a polemiche inutili».

Gozi: da Commissione parole inusuali, Italia ha sue posizioni
A seguire il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, al termine del consiglio Affari generali, ha sottolineato che le dichiarazioni «off the record» della Commissione europea sull'Italia, secondo cui ci sarebbero problemi di comunicazione e assenza di interlocutori italiani, «sono inusuali, e riteniamo che si risolvano con la politica, che è nell'interesse dell'Europa che vuole cambiare». Se problemi ci sono, ha aggiunto, «non riteniamo che sia una questione di persone, ma che sia una questione di politiche». Ad ogni modo, ha continuato, tra Roma e Bruxelles «il dialogo c'è stato, c'è e prosegue». Nei rapporti con Bruxelles, ha concluso Gozi, «continuiamo a essere costruttivi ma critici quando riteniamo che le cose non vadano come dovrebbero». L'Italia ha le sue priorità e «continueremo a porre questi temi».

Mogherini: canali tra Italia e Ue sempre aperti
Sulla polemica Roma-Bruxelles è intervenuta anche l'alto rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini al termine del Consiglio dei ministri degli Esteri. Lo ha fatto per dire che gli interessi dell'Italia e dell'Unione europea «coincidono» e «in particolare sulla flessibilità in campo economico e sull'immigrazione l'Italia e la Commissione lavorano per raggiungere gli stessi obiettivi». E ha assicurato che «i canali con il Governo italiano ci sono e sono sempre aperti, e anche gli scambi con il Governo italiano ci sono, per quello che vedo». Poi ha aggiunto: «In un anno sono stati introdotti strumenti che prima non c'erano, grazie all'Italia e alla Commissione».

Polemica Italia-Ue: sconcerto e delusione in Commissione
Mentre i governi francese, tedesco, spagnolo, polacco, britannico mantengono contatti costanti con la Commissione (al livello di gabinetti) attraverso i loro «sherpa», e i leader di questi paesi parlano al telefono con Juncker fino a tre-quattro volte alla settimane, il governo Italiano, secondo le fonti diplomatiche di cui sopra, è stata poco presente. Quanto a Juncker, le fonti ricordano che fu lui a introdurre le clausole di flessibilità per i bilanci pubblici («circostanze attenuanti» per i paesi che deviano temporaneamente dal percorso di riduzione del deficit, se fanno investimenti pubblici e riforme strutturali) e ad aprire alla possibilità di considerare fuori dal deficit la spesa pubblica straordinaria per affrontare la crisi migratoria (considerata come «evento eccezionale»). Il disappunto è tanto più grande se si pensa che l'Italia è sempre stata l'alleato migliore, il più fedele e costante della Commissione, anche in alcuni momenti più difficili quando al governo c'era Silvio Berlusconi, e se si ricorda che Juncker aveva salutato con favore l'ascesa al potere di Renzi.

Il 2 febbraio conferenza anti Isis a Roma
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa a Bruxelles al termine del consiglio dei ministri degli esteri Ue, oltre a tagliare corto sulla polemica con la Commissione, ha parlato degli scenari caldi internazionali. E lo ha fatto annunciando che «il prossimo 2 febbraio ci sarà un vertice ministeriale della coalizione anti-Daesh a Roma per fare il punto sui diversi teatri», in particolare Siria e Iraq. Inoltre ha spiegato: «Sarà nel formato small group dei 22 paesi maggiormente impegnati. Sarà la quarta riunione di questo tipo dopo quelle di Londra, Parigi e Bruxelles».

Gentiloni: intervento in Libia? Prima deve nascere il Governo
Ancora prematuro un intervento armato internazionale in Libia. Gentiloni ha ricordato come la ministra tedesca della Difesa che oggi in un'intervista non ha escluso l'intervento militare in Libia ha usato «il linguaggio che usiamo da settimane tra Paesi alleati della Libia, cioè se ci sarà richiesto siamo pronti a dare un contributo», ma prima serve «un passo avanti ulteriore», cioè «un Governo che possa rivolgersi alla comunità internazionale avanzando delle richieste. La premessa è sempre che «abbiamo bisogno di un passo avanti ulteriore, che è in discussione a Tunisi in questo momento, con la nascita di un Governo» che possa rivolgersi alla comunità internazionale».

Ambasciatore Germania: abbiamo bisogno dell'Italia
Intanto l'ambasciatore tedesco a Roma Susanne Marianne Wasum-Rainer ha rilanciato a Radio Radicale la necessità di una stretta cooperazione Roma-Berlino. «La Germania ha bisogno dell'Italia e ne riconosce e apprezza gli sforzi volti a migliorare l'Europa e ad ammodernare il proprio Paese. Roma e Berlino hanno interessi e problemi comuni, siamo uniti e abbiamo una grossa responsabilità» ha detto Wasum-Rainer. E ha aggiunto a proposito della diversità di vedute all'interno dell'Ue: «Siamo a favore del dibattito, che non venga portato avanti in modo polemico, abbiamo bisogno dello scambio».

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