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a palazzo madama

Riforme costituzionali, Senato riprende esame: nessun Aventino delle opposizioni

L'Aula del Senato ha ripreso la discussione generale sul ddl Boschi interrotta questa notte dopo le due per mancanza del numero legale. Alle 17 di oggi è stato fissato l'inizio delle dichiarazioni di voto. Quello atteso oggi (a maggioranza assoluta dei componenti, ossia 161) è il definitivo via libera (in seconda lettura) di palazzo Madama. Poi il ddl dovrà tornare a Montecitorio (non prima dell’11 aprile) per il passaggio definitivo, prima del referendum confermativo, previsto a ottobre.

Renzi in Aula per ultimo passaggio al Senato
La discussione generale sul ddl Boschi sulle riforme costituzionali è ripresa questa mattina alle 9,30 nell'aula del Senato. A dispetto delle attese circa una maratona no-stop in aula, vista la lunga lista di senatori iscritti a parlare, intorno alle 2,30 della scorsa notte, su richiesta di un senatore del Movimento 5 Stelle, si è registrata la mancanza del numero legale e dopo un paio di sospensioni, questa volta su richiesta del senatore Stefano Candiani della Lega Nord la presidenza ha disposto la sospensione e la ripresa dei lavori questa mattina alle 9,30. Il premier Matteo Renzi, secondo quanto si apprende, sarà presente in Aula a Palazzo Madama per l'ultimo passaggio in Senato delle riforme.

Nessun Aventino, opposizioni in Senato voteranno no
Per l'ultimo voto del Senato sul ddl riforme costituzionali le opposizioni hanno deciso una linea unitaria, che non prevede alcun Aventino. Lo ha riferito, a margine di una conferenza stampa, il capogruppo della Lega, Gian Marco Centinaio: le forze di opposizione saranno oggi pomeriggio in Aula a palazzo Madama e voteranno contro il ddl riforme, giunto al suo penultimo passaggio parlamentare. La pausa nei lavori assembleari ha avuto come conseguenza l'allungamento dei tempi della discussione generale. Poiché l'inizio delle dichiarazione di voto è stato stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama per le ore 17, ne consegue che o si dovrà decidere di spostare in avanti l'avvio della fase finale per la votazione del provvedimento oppure il presidente Grasso, eventualmente previa convocazione di una nuova capigruppo, dovrà limitare i tempi dei singoli interventi che, in base al regolamento, di norma possono durare fino a 20 minuti per ciascun senatore.

Minoranza Pd presenta ddl con norme per elezione Senato
Intanto stamattina, nella Sala Nassirya del Senato, è stato presentato alla stampa il ddl con le norme per l'elezione diretta dei futuri componenti del Senato riformato, messo a punto da alcuni senatori della minoranza Pd (Federico Fornaro, primo firmatario del ddl, Paolo Corsini e Maria Grazia Gatti). In base alle norme del ddl Boschi i membri del nuovo Senato saranno scelti «in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri regionali in occasione del rinnovo dei medesimi organi», secondo le modalità che verranno stabilite con una legge che verrà varata entro sei mesi dall'entrata in vigore della riforma costituzionale. Insomma i senatori non saranno più eletti durante le elezioni politiche, ma in forma comunque diretta durante le elezioni regionali (attraverso un listino apposito o attraverso la nomina dei più votati).

Corsini: ok a ddl ma sì per referendum non scontato
La minoranza Pd ha annunciato che voterà a favore del ddl di riforma della Costituzione, ma il sì di oggi non si traduce «automaticamente e direttamente» in un via libera al referendum confermativo ha puntualizzato Corsini. In sostanza una sorta di avvertimento al premier Renzi: «Con la nostra proposta - ha spiegato Corsini - avremo un Senato scelto dai cittadini e non dalle segreterie nazionali dei partiti». Gli fa eco Federico Fornaro, primo firmatario della proposta di legge, che lascia intendere che proprio il mancato appoggio a questa proposta affonderebbe l'ok al referendum. Non solo. L’altra battaglia, per la minoranza Pd in dissenso dalla linea di Renzi, è la modifica della nuova legge elettorale. «Credo che dopo il via libera alle riforme e dopo le consultazioni amministrative serva un ripensamento sull'Italicum. Un ripensamento intorno ai nominati, alle pluricandidature, alle alleanze sarebbe opportuno» ha detto Corsini.

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