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Unioni civili, i cattolici del Pd: arresto per reato di utero in…

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il ddl cirinnÀ

Unioni civili, i cattolici del Pd: arresto per reato di utero in affitto, punibile chi va all’estero

«Chiunque, al fine di accedere allo stato di madre o di padre, fruisce della pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con una multa da 600mila a un milione di euro». E la punibilità è estesa anche alle pratiche «realizzate all’estero da cittadini italiani». A proporre il giro di vite - che alza l’asticella dello scontro mentre l’intesa all’interno del Pd appare ancora lontana - è l’emendamento presentato dai cattolici del Pd, primo firmatario Gianpiero Dalla Zuanna, all’articolo 5 del ddl Cirinnà sulle unioni civili, atteso in Aula al Senato la prossima settimana.

Arresto fino a 12 anni per chi “organizza” maternità surrogata
L’emendamento prevede inoltre che «chiunque organizza, favorisce o pubblicizza la pratica di surrogazione della maternità è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con una multa da 600 mila a un milione di euro».

Lumia: «Fiducioso che dialogo e confronto prevarranno»
Lo strappo dei cattodem arriva in un momento già delicato, all’indomani peraltro dell’invito del presidente dei senatori Pd Luigi Zanda a proporre «pochi, meditati emendamenti». Cerca di gettare acqua sul fuoco il capogruppo in commissione Giustizia, Giuseppe Lumia: «Il confronto e il dialogo vanno avanti e sono sicuro che prevarranno. L’impianto complessivo del ddl Cirinnà è la direzione di marcia di questo lavoro, siamo tutti impegnati per non fermarlo e per migliorarne i contenuti e le soluzioni».

Assemblea deputati Pd: «Normare utero in affitto in legge 40»
In serata si è svolta l’assemblea dei deputati Pd. Nella sua relazione la responsabile diritti del partito, Micaela Campana, che presiede la bicameralina dem sulle unioni civili, ha convenuto sulla necessità di normare in maniera più stringente l’utero in affitto, proponendo però di farlo nella legge 40. E il capogruppo Ettore Rosato è stato chiaro: «Non abbiamo paura degli emendamenti, ci confrontiamo nel merito». La linea sarà definita, ma «sarà nella libertà di coscienza» di ciascun parlamentare valutare come comportarsi al momento del voto.

Sacconi (Ap): «Almeno su questo siamo d’accordo»
Immediato il sostegno espresso via twitter dal senatore di Area popolare, Maurizio Sacconi: «Bene emendamenti Pd su utero in affitto. Almeno su questo siamo d’accordo». I centristi del partito di Alfano continuano a dichiararsi contrari su due punti: l’assimilazione delle unioni civili al matrimonio e la stepchild adoption.

Bagnasco (Cei): «Vescovi uniti in difesa della famiglia»
Intanto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è tornato sulla questione, precisando: «I vescovi italiani, tutti, insieme al loro presidente e al segretario generale, sono uniti e compatti nel difendere, promuovere e sostenere il patrimonio universale irripetibile che è la famiglia, grembo della vita, prima scuola di umanità, di relazioni, di dialogo». Bagnasco ha così chiuso sulla possibile contrapposizione con monsignor Galantino sul Family Day: lui favorevole e il segretario generale un po’ più freddo.

Il 30 gennaio Family Day al Circo Massimo
I promotori del Family Day, che si terrà il 30 gennaio a Roma, hanno annunciato di aver spostato al Circo Massimo il raduno «considerato il grande riscontro di adesioni e un previsto afflusso di molto superiore rispetto alla manifestazione dello scorso 20 giugno scorso», quando gli organizzatori avevano contato un milione di persone.

Il 23 gennaio flash mob promosso da galassia Lgbt
Sull’altro fronte, i sostenitori del ddl Cirinnà mettono le mani avanti e, di fronte ai tentativi di alcune forze politiche di modificare il testo, dicono chiaramente che quello che approda in aula è proprio «il minimo sindacale» e non può non includere la stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio naturale del partner. Su questo le associazioni che rappresentano i gay, le lesbiche, le persone transessuali e le loro famiglie non transigono: qualunque soluzione al ribasso rispetto all’attuale testo del ddl Cirinnà non sarà accettata. Per sostenere le loro posizioni, hanno indetto per il 23 gennaio un flash mob in «almeno 82 città italiane» oltre che a Londra, Berlino e Boston. La manifestazione, alla quale stanno aderendo anche tante organizzazioni che non rientrano nella galassia Lgbt, da Amnesty all’Arci alla Cgil, si chiamerà #Svegliaitalia e prevede un timer unico che suonerà contemporaneamente.

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