È un fiume in piena, Matteo Renzi, intervistato di buon mattino su Rtl 102.5. Torna su tutti i temi caldi della settimana, dalle banche all’ipotesi di sospendere Schengen al vaglio dell’Ue. E scongiura il rischio di elezioni anticipate fino al 2018: «Faccio un appello a tutti gli italiani. Per due anni mettiamoci a lavorare, tiriamoci su le maniche. Poi quando ci saranno le elezioni ognuno decide cosa vuole fare».
Renzi: «In Italia ancora troppe banche, ma più solide»
Sulle banche, di cui aveva ampiamente parlato nell’intervista al Sole 24 Ore pubblicata ieri, Renzi ribadisce: «La bad bank non è il tema cruciale. In Italia ci sono troppe banche. Forse perché c’era bisogno di sistemare troppe persone. Un anno fa abbiamo fatto un decreto sulle popolari per mandarle in borsa. Questa operazione ha portato a un risiko di aggregazioni e fusioni che farà del bene al sistema». «Poi - aggiunge - ci sono banche che hanno crediti in sofferenza. Ma il sistema nel suo complesso è solido e finalmente negli ultimi giorni questa percezione è tornata. Sulle quattro banche nessun correntista ha perso soldi».
Migranti, «non si bloccano i terroristi sospendendo Schengen»
Sull’ipotesi di sospendere gli accordi di Schengen, che sarebbe al vaglio dell’Unione europea anche se la portavoce della Commissione smentisce, Renzi prende nettamente le distanze: «Non si bloccano i terroristi sospendendo Schengen. Alcuni terroristi sono nati nelle nostre città. C’è un misto di paura e mancanza di visione in questa ipotesi. Credo che sia mettere a rischio l’idea stessa di Europa. Spero che non succeda, ma non dipende dal governo italiano. Noi siamo per rafforzare i controlli, ma senza sospendere l’accordo di libera circolazione. Se avverrà, trarremo le nostre conseguenze».
Ue, «finito il tempo dell’Italia con il cappello in mano»
E sui rapporti con l’Europa, dopo le tensioni con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il premier insiste con il mantra che va ripetendo da settimane: no «a due pesi e due misure», l’Italia «non è più l’ultima ruota del carro», «si deve far sentire, è finito il tempo in cui va con il cappello in mano». Renzi smentisce di voler chiedere le dimissioni del capo di gabinetto di Juncker, Martin Selmayr, che aveva sostenuto l’assenza in Italia «di un interlocutore affidabile»: «Non ho mai chiesto una testa in vita mia. Di mestiere non faccio il cacciatore di teste. Tanto più che stiamo parlando di un funzionario dell’Unione europea, non di collaboratori del governo tedesco». Confermato l’incontro con la cancelliera Angela Merkel il 29 gennaio, il premier annuncia l’intenzione di rafforzare la squadra italiana in Europa: «Ho chiesto al nuovo ambasciatore italiano a Bruxelles di creare un team molto forte, di farsi sentire. Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte, smettiamo di guardare in negativo».
«Il Sud smetta di piangersi addosso»
Lo stesso invito all’ottimismo arriva per il Sud Italia: «Se invece di lamentarci degli altri, facciamo la nostra parte, avremo più rispetto. Per me è fondamentale che la grande partita della Campania e del Sud esca dai confini della rassegnazione, delle lamentazioni». «Il nostro Mezzogiorno - assicura, parlando anche delle «potenzialità» dell’area di Bagnoli e di tutta la Campania - è ricco di occasioni, ma bisogna smettere di piangersi addosso. Il Sud deve essere il trampolino da cui ripartire». Anche attraverso accordi con «grandissimi partner globali, come Cisco che investirà a Scampia. Con Tim Cook a novembre abbiamo discusso di come portare una realtà come Apple a investire nella creatività, nel talento dell’Italia. E la scelta di Napoli va in quella direzione», ricorda il premier che oggi incontrerà l’ad di Apple a Palazzo Chigi.
Verdiniani in maggioranza? «No»
Renzi non si sottrae a domande sulla politica interna. Dopo il rinnovo delle presidenze delle commissioni a Palazzo Madama e il soccorso dei verdiniani nel voto sulle riforme, risponde un secco “no” a chi gli chiede se Denis Verdini è entrato ufficialmente nella maggioranza.
Trivelle, referendum «controsenso»
Sulle unioni civili, ripete che sarà il Parlamento ad avere l’ultima parola: la legge va fatta ma il nodo stepchild adoption verrà risolto dalle Camere e senza un accordo si voterà «a scrutinio libero con voto di coscienza». Grande rispetto per le piazze, assicura: «I ministri saranno liberi di andare». E il referendum sulle trivelle? «Il governo sarà dalla parte del buon senso, ma lasceremo agli italiani chiaramente la possibilità di scegliere». Il tema è ideologico, sostiene il premier, perché la consultazione avrebbe come unico fine quello di bloccare gli stabilimenti dove sono già in corso estrazioni da «giacimenti di gas o petrolio off-shore, e stiamo parlando essenzialmente di Emilia Romagna e Sicilia», causando «migliaia di licenziamenti». Renzi aggiunge di aver chiesto alla ministra Federica Guidi «di usare la moral suasion» per far scendere i prezzi del barile alla pompa: «Il petrolio a 25 dollari rischia di diventare un problema per gli equilibri geopolitici».
Nel 2016 Jobs act nuovi lavori, Nannicini sottosegretario
Quanto all’occupazione, Renzi fa un doppio annuncio: nel 2016 arriverà «il Jobs act dei nuovi lavori, per consentire a chi sta nel mondo delle partite Iva di fare semplicemente il proprio lavoro». E a occuparsene sarà un sottosegretario ad hoc: «Il professor Tommaso Nannicini della Bocconi, che avrà il compito di lavorare allo statuto di questi nuovi lavori».
«Ogni volta che governa il M5S succede un casino»
Non può mancare un cenno al M5S, dopo la vicenda di Quarto e le dimissioni della sindaca Rosa Capuozzo che Renzi continua a contestare: «Secondo me Capuozzo aveva il dovere di governare perché alle elezioni aveva vinto lei, non noi». Poi ironizza: «Io i grillini vorrei abbracciarli forte. Ogni volta che vanno a governare da qualche parte succede un casino».
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