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Governo, via al mini rimpasto: Costa agli Affari regionali. Tre nuovi vice e nove sottosegretari

Sì al rimpasto di governo: il Consiglio dei ministri di oggi ha nominato tre viceministri e nove sottosegretari, che giureranno domani alle 21 al Quirinale. E il premier Matteo Renzi ha indicato Enrico Costa (Ap-Ncd), finora viceministro della Giustizia, per l’incarico di ministro agli Affari regionali. Il giuramento dovrebbe avvenire già nella serata di domani, intorno alle 19. Via libera del Cdm anche alla riforma del cinema, al ddl sul riordino dei rapporti di lavoro autonomo e alla delega con le misure per il contrasto alla povertà. Le risorse, ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, arriveranno da stanziamenti già approvati nella legge di stabilità.

Zanetti vice al Mef, Bellanova al Mise
Oltre al nome di Costa come ministro agli Affari regionali, ecco le altre caselle dell’Esecutivo che sono state riempite: Enrico Zanetti, attuale sottosegretario all’Economia, è stato promosso a viceministro; Teresa Bellanova, finora sottosegretaria al Lavoro, sarà la nuova viceministra per lo Sviluppo economico; Mario Giro da sottosegretario passa a viceministro agli Esteri con delega alla cooperazione e allo sviluppo; Enzo Amendola (Pd) prende il posto di Giro come sottosegretario alla Farnesina; Ivan Scalfarotto da sottosegretario alle Riforme diventa viceministro allo Sviluppo economico al posto di Carlo Calenda; il posto di Scalfarotto va a Dorina Bianchi (Ap-Ncd); il deputato Antimo Cesaro (Scelta Civica) diventa sottosegretario alla Cultura; Gennaro Migliore (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap-Ncd), l’uno deputato l’altra senatrice, diventano sottosegretari alla Giustizia; Simona Vicari (Ap-Ncd) passa da sottosegretaria al Mise a sottosegretaria alle Infrastrutture. Formalizzata anche la nomina di Tommaso Nannicini a sottosegretario alla presidenza del Consiglio: non è un caso che l’incarico sia arrivato nel giorno del varo del Jobs act per il lavoro autonomo, che di fatto porta la sua firma.

Antonio Gentile torna sottosegretario
Torna nella compagine di governo anche Antonio Gentile (Ap-Ncd): l’ex sottosegretario alle Infrastrutture, che era stato costretto a lasciare a marzo del 2014 dopo essere stato accusato di aver fatto pressioni per evitare che uscisse sull’Ora della Calabria (oggi non più in edicola) una notizia che riguardava suo figlio Andrea, è stato nominato sottosegretario allo Sviluppo economico.

Sì al ddl cinema, Renzi incontra 4 registi premi Oscar
Nomine a parte, il Cdm ha approvato il disegno di legge di riforma sul cinema che introdurrà una serie di novità anche a livello fiscale e per gli investimenti nel settore. Tra queste, un tax credit che a regime arriverà dal 15% al 30% del costo complessivo di produzione, nonché l’estensione all’audiovisivo (fiction, documentari) del credito d’imposta per gli investitori esterni al settore. A Palazzo Chigi, a pranzo, Matteo Renzi ha incontrato “simbolicamente” quattro registi italiani vincitori dell’Oscar: Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Roberto Benigni e Paolo Sorrentino. Con loro il ministro della Cultura Dario Franceschini.

Franceschini: «Mondo del cinema aspettava da decenni»
Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha spiegato: «È la riscrittura di una disciplina nuova per cinema e audiovisivo. Aumenta le risorse e innova le regole introducendo principi importanti: noi chiediamo una parte delle entrate erariali che derivano dall’Ires che pagano i “contenitori” a sostenere economicamente l’intervento dello Stato a favore del cinema». Per questo il ddl istituisce il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo che viene alimentato da una percentuale (12%) delle entrate del gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti: Tv, provider telefonici e distributori cinematografici, «non andando sotto l’importo annuo di 400 milioni (+150 milioni, +60% rispetto a oggi) e garantendo strumenti automatici di finanziamento con forti incentivi per giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia dei cinema, dei teatri e delle librerie storiche».

Finanziamenti, arrivano incentivi automatici
Il nuovo ddl cinema abolisce le commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto “interesse culturale” e introduce un sistema di incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana. La quantificazione dei contributi avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione: dai premi ricevuti al successo in sala. I produttori e i distributori cinematografici e audiovisivi riceveranno i contributi per realizzare nuove produzioni. Fino al 15% del nuovo Fondo Cinema è dedicato ogni anno al sostegno di opere prime e seconde; giovani autori; start-up; piccole sale.

Rafforzati sei tax credit, 100 milioni per nuove sale
Il ddl potenzia i sei tax credit per incentivare la produzione e la distribuzione cinematografica e audiovisiva e favorire l’attrazione di investimenti esteri: potranno beneficiarne le imprese di produzione, distribuzione, post-produzione; i distributori che programmano il cinema italiano, incentivando la concorrenza e aumentando le quote di mercato; le imprese italiane che lavorano per produzioni straniere; le imprese esterne al settore che investono nel cinema italiano; gli esercenti che gestiscono le sale. Il tax credit aumenta fino al 40% per i produttori indipendenti che si distribuiscono il film in proprio. È inoltre affidata a un decreto del Mise e del Mibact la creazione di una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, destinata a garantire operazioni di finanziamento di prodotti audiovisivi e dotata inizialmente di 5 milioni di euro. Per incentivare l’apertura di nuove sale, il ddl prevede un Piano straordinario fino a 100 milioni di euro in tre anni.

Ddl lavoro autonomo, Poletti: «Stop a contratti capestro»
Il Consiglio dei ministri ha varato anche il ddl di riordino dei rapporti di lavoro autonomo (che disciplinerà anche il lavoro agile, ovvero il lavoro subordinato con prestazioni in parte svolto “da remoto”). Si tratta di «un primo significativo sforzo - ha affermato il ministro Giuliano Poletti - di collegare al Jobs Act il lavoro autonomo e il lavoro agile», che interessano un’area di giovani» molto ampia. «Vogliamo aumentare le tutele per questo lavoro nelle transazioni commerciali e fare in modo che gli autonomi non vengano colpiti da contratti capestro cui non si possono sottrarre». Il ddl, ha aggiunto il ministro, migliora le tutele in caso di maternità e malattia, prevede deduzioni per gli autonomi sulla formazione permanente e per assicurarsi contro i mancati pagamenti delle fatture.

Piano nazionale anti-povertà: misure per 1,15 milioni di persone
Approvato infine un secondo ddl delega con le misure per il contrasto alla povertà e la delega per il riordino delle prestazioni (da cui saranno escluse quelle riferite alla disabilità, ha chiarito Poletti): nasce un Piano nazionale ad hoc che potrà contare su uno stanziamento di 600 milioni per il 2016, che sale a 1 miliardo nel 2017, e riguarderà «280mila famiglie, 550mila bambini, 1,15 milioni di persone». I due provvedimenti - sul lavoro autonomo e sulla povertà - viaggeranno in Parlamento come collegati alla legge di Stabilità (per questo vanno presentati entro gennaio) per accelerare l’iter di approvazione definitiva.

Complessivamente l’intervento è «basato sul principio dell'inclusione attiva, con un progetto personalizzato» e prevede «due binari: un sostegno al reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione». Dunque non se ne usufruirà «in maniera stabile e permanente». La platea interessata sarà comunque al momento solo una parte di quegli oltre 4 milioni di poveri registrati dall'Istat e sarà meglio definita con i decreti delegati. Un primo intervento dalla portata limitata, visto che, considerando la platea si tratterà di distribuire meno di 60 euro al mese a testa - ma un primo passo per garantire «un diritto» ha sottolineato Poletti. Con la delega si delineerà anche la revisione di assistenza e previdenza, senza toccare però, ha assicurato il ministro, le prestazioni per i disabili.

Cdm ratifica nomine Berruti e Di Noia alla Consob
Il Consiglio dei ministri ha approvato la nomina a componenti della Consob di Giuseppe Maria Berruti e Carmine Di Noia. E ha deliberato l'avvio della procedura per la nomina di Mario Padula a presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), al fine di acquisire il parere delle Commissioni parlamentari.

Slitta il pacchetto banche
Nulla di fatto sulle banche invece nel Consiglio dei ministri odierno. L’orientamento prevalente è stato quello di mettere a punto un provvedimento unico con la riforma delle Bcc, le norme sulle procedure concorsuali e gli strumenti per lo smaltimento dei crediti deteriorati delle banche italiane. Il tutto da approvare alla riunione della prossima settimana.


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