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Missione in Africa per Renzi, focus su energia e infrastrutture

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Missione in Africa per Renzi, focus su energia e infrastrutture

Per la terza volta da quando è premier Matteo Renzi sarà in Africa, con una missione in Nigeria, Ghana e Senegal alla guida di una delegazione composta, tra gli altri, da Cdp, Sace, e Confindustria e di imprese, tra le quali Eni ed Enel. Del resto il presidente del Consiglio ha più volte ribadito che «l'Africa è un continente con potenzialità di crescita incredibili nel prossimo futuro. È la nostra più grande opportunità». Nel 2014 Renzi era stato in Mozambico, Congo e Angola. Nel 2015 era stata la volta di Etiopia e Kenya.

Già da prima dello stop al progetto Southstream, il governo italiano si era mosso per una diversificazione delle direttrici energetiche da sud a nord oltre che da ovest ad est. Ma l'Africa rappresenta un'occasione non solo sul versante energetico e per questo Renzi insiste ad andarci ogni anno. Stavolta sarà il primo premier italiano in tre paesi, poco frequentati finora sia dalle delegazioni governative sia dalle nostre imprese.

Accordo ferroviario in Ghana
Nonostante le forti contraddizioni economico-sociali ed i rischi aumentati con l'avanzata di Boko Haram, radicata proprio in Nigeria (è di oggi la notizia di una nuova strage compiuta in un villaggio), il continente africano prova a modernizzarsi. Ed infatti, ad Accra, capitale del Ghana, Renzi dovrebbe concludere un accordo per la riattivazione della ferrovia occidentale, che il governo ghanese considera strategica per aumentare i commerci con i paesi vicini. Il Ghana, dove a dicembre Carlo Calenda è stato per una missione preparatoria, è uno tra paesi più aperti dell'Africa agli investimenti esteri: nei primi otto mesi del 2015 l'export italiano è salito del 30%. Per il premier l'opportunità di investimenti per le imprese italiane si coniuga bene anche con la cooperazione allo sviluppo e con il rafforzamento dei rapporti bilaterali in chiave di lotta al terrorismo e di politica migratoria. In Ghana il presidente del consiglio italiano ricambierà la visita al presidente John Dramani Mahama, ricevuto a luglio scorso a Palazzo Chigi. Ad Accra, a quanto si apprende, Renzi interverrà davanti al Parlamento, dove anni fa è intervenuto Barack Obama.

Lotta al terrorismo in Nigeria
In Nigeria, da dove centinaia di migliaia di persone fuggono dalla violenza dei fondamentalisti wahabiti di Boko Haram, alleati dello Stato Islamico, il premier incontrerà il nuovo presidente Muhammadu Buhari, insediatosi la scorsa primavera. Renzi sarà il primo leader occidentale ad incontrare Buhari dopo il suo insediamento. E la lotta all'Is sarà uno dei temi al centro del colloquio. Una visita lampo, che non dovrebbe durare più di quattro ore, in cui concentrare molti dei temi caldi della politica internazionale, a cominciare dalla lotta al terrorismo. Ma la Nigeria non è solo un fronte di lotta al terrorismo e, anzi, rappresenta oggi il vero perno dell'espansione economica africana, con un Pil di 530 miliardi di dollari (superiore a quello del Sud Africa) pari a circa il 30 per cento dell'intera economia subsahariana.

Cooperazione economica in Senegal
Nel pomeriggio di martedì due febbraio, Renzi volerà infine a Dakar, in Senegal, uno dei paesi politicamente più stabili dell'Africa sub-sahariana. Qui Renzi incontrerà il primo ministro Mohammed Dionne e il presidente della repubblica Macky Sall, già incontrato a Palazzo Chigi nel novembre 2014. In quell’occasione si parlò, tra l’altro, del modo migliore per sfruttare il primo giacimento petrolifero off shore del Paese. La cooperazione in chiave economica e sociale tra Italia e Senegal sarà martedì a Dakar il tema del seminario, finanziato dalla cooperazione italiana, al quale il premier parteciperà. E come in ogni missione africana, Renzi chiuderà il viaggio intervenendo mercoledì all'Università Cheick Anta Diop, a Dakar, capitale del Senegal, sottolineando l'importanza della cultura come arma contro la violenza del terrorismo.

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