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dopo le polemiche

Scuola magistratura annulla incontro con ex Br Faranda: «Inopportuno»

La Scuola della magistratura ha deciso di annullare l'incontro, nell'ambito di un corso di formazione per i giudici, al quale avrebbe dovuto partecipare l'ex terrorista Adriana Faranda. Lo annuncia con un comunicato in cui si precisa che dopo le polemiche di ieri l'incontro è definito «inopportuno». Adriana Faranda e Franco Bonisoli, ex terroristi delle Brigate Rosse durante gli Anni di piombo (dissociati dalla lotta armata da circa trent'anni) erano stati invitati ad un corso di formazione per i giudici su «Giustizia riparativa e alternative al processo e alla pena» in programma da oggi alla Scuola della magistratura a Scandicci. Un’iniziativa diventata in poche ore un “casus belli” scatenando aspre polemiche, circoscritte hanno infuocato alle mailing list delle toghe, poi approdate anche alla politica e alle istituzioni.

Scuola magistratura annulla incontro con Faranda
Il Comitato direttivo della Scuola, che si è riunito oggi, «ha preso atto delle posizioni espresse, anche con dolore, da numerosi magistrati e familiari delle vittime - sottolinea la nota ufficiale - sull'inopportunità di coinvolgere nella formazione della Scuola, persone condannate per gravissimi reati di terrorismo, nell'ambito del corso 'Giustizia riparativa ed alternative al processo e alla pena'». Questa iniziativa «è ormai inevitabilmente condizionata - prosegue la nota - nella sua attuazione dalle discussioni delle ultime ore, che hanno visto anche l'intervento del Comitato di presidente del Consiglio superiore della magistratura». «Pur dovendo precisare che l'incontro non configurava un'attività didattica dei signori Bonisoli e Faranda, ma solo la testimonianza di un percorso riparativo, i cui protagonisti sono le vittime dei reati, e pur riconfermando la volontà della Scuola di investire nella formazione della giustizia riparativa”, il Comitato direttivo ha deciso - conclude il comunicato - di annullare l'incontro, ritenendolo inopportuno»

L'indignazione della figlia di Guido Galli
Tra i primi a scagliarsi contro l'invito all'ex postina delle Br durante il sequestro Moro è stata Alessandra Galli, figlia di Guido Galli, magistrato ucciso da Prima Linea negli Anni 80. «Sono più che amareggiata. Attonita», ha scritto spiegando: «Sono sinceramente sconcertata non certo per l'argomento dell'incontro ma per la decisione di invitarvi Adriana Faranda. Bene discuterne, anche in questa sede, ma con studiosi, con chi ha avuto un percorso di riavvicinamento come Milani o Agnese Moro, ma è inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come magistrati abbiamo giurato fedeltà».

Le critiche del Csm
Anche sulla mailing list delle correnti delle toghe si è scatena la polemica sull'invito, definito un'iniziativa «assurda» e «incredibile», «offensiva per le vittime del terrorismo e per l'intera magistratura». Aperto “dissenso” era stato espresso anche dal Comitato di presidenza del Csm, che ha auspicato venga rivalutata «l'opportunità di questa scelta». A Scandicci Faranda doveva essere affiancata dall'ex Br Franco Bonisoli e diversi familiari delle vittime del terrorismo, come Agnese Moro, Sabina Rossa e Manlio Milani. E tutti insieme avrebbero dovuto testimoniare l'esperienza «che ha coinvolto diverse persone, tra parenti delle vittime e colpevoli, che da anni si sono ritrovati per parlare e comunicare su base volontaria», come ha spiegato l’ex presidente della Consulta Valerio Onida, che ha appena lasciato la presidenza della Scuola della magistratura e che quel corso lo ha voluto.

Il no di Legnini e Spataro
Ma è la presenza della postina delle Br durante il sequestro Moro in una sede istituzionale della magistratura a scatenare le reazioni. Che il punto sia questo lo chiarisce anche il procuratore di Torino Armando Spataro, pm antiterrorismo negli Anni di Piombo: «le mie perplessità non sono affatto collegate all'oggetto del corso, ma alla presenza di ex terroristi in una Scuola di Formazione per Magistrati». Sconcertato anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, che in una nota congiunta firmata anche dal primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio e il Pg del Palazzaccio Pasquale Ciccolo esprime «dissenso per la decisione della Scuola della magistratura

Le voci a favore
Non tutti però avevanp condiviso questa linea. E sulle mailing list c'èra anche stato chi aveva apprezza la scelta della Scuola, come una «buon occasione» per una riflessione che scenda nel concreto dei problemi e per fare i conti «con un pezzo della nostra storia che spesso tendiamo ad accantonare, se non a dimenticare». E chi aveva tratto dalla polemica una lezione amara: «Povero Paese che non riesce a guardare avanti e povera magistratura che non riesce a guardarci dentro», aveva scritto Rita Sanlorenzo, sostituto alla procura generale della Cassazione. La polemica rimbalza anche al Csm.

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