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Renzi a Buenos Aires: avanti con riforme, stiamo rimettendo in moto il…

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la visita del premier in argentina

Renzi a Buenos Aires: avanti con riforme, stiamo rimettendo in moto il Paese

«Stiamo rimettendo in moto il paese, non ci fermeremo con le riforme». Lo assicura il premier Matteo Renzi parlando al quartiere della Boca di Buenos Aires «Stiamo cambiando il Paese - sottolinea Renzi - perché tutti gli italiani, quelli che stanno in Italia e quelli che stanno all'estero, siano orgogliosi di chiamare la patria con il nome più bello che possa avere. E cioé il nome di orgoglio, entusiamo, responsabilità e passione».

Commentando i dati Inps sul lavoro, il premir scrive su Facebook: «Per mesi ci hanno detto che il Jobs Act era una prevaricazione, una violenza, un'imposizione. Oggi scopriamo che nel 2015 grazie al Jobs Act ci sono stati 764.000 contratti a tempo indeterminato in più (fonte INPS). Avanti tutta, con coraggio e determinazione».

Dallo stadio del Boca Juniors di Buenos Aires coglie l'occasione per sottolineare che oltre all’incremento di posti, la misura ha contribuito anche ad una «crescita dei mutui». Un nuovo segnale, ha ribadito il premier, di un'Italia che «sta tornando».

In primo piano anche i temi legati all’Europa. «In questi ultimi otto anni le politiche di sviluppo fatte in Usa da Obama sono state giuste, quelle fatte dall'Europa - ha sottolineato il premier - sono state sbagliate, questo continente negli ultimi mesi è fermo» e «l'austerity ha messo a rischio il futuro dei giovani, servono risposte coraggiose». È il paragone usato per ribadire, davanti alla platea dell'università di Buenos Aires, che l'Italia, che ha intrapreso una battaglia per un'Europa più dinamica e innovativa, vuole cambiare rotta all'Ue per stimolare la cresciuta e l'occupazione. La Casa Rosada, il palazzo presidenziale argentino, si è illuminato con la proiezione del tricolore italiano in onore della visita del premier Matteo Renzi, iniziata ieri.

Dopo le riforme puntare su crescita e investimenti
«Abbiamo bisogno di poter essere padroni del nostro futuro senza imposizioni dall'esterno - ha sottolineato Renzi -. L'Argentina lo può fare in America Latina e l'Italia lo deve fare in un Ue che ha bisogno di scrollarsi di dosso la polvere del passato». Detto questo, è chiaro che «l'Italia deve tenere sotto controllo il debito pubblico e i conti ma questo vale per tutti i paesi». Una volta fatte le riforme, però - Renzi ha ricordato davanti agli studenti della facoltà di economia il Jobs act, la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari - è necessario puntare su crescita e investimenti perchè l'Europa non è stata fatta «per i numeri di Maastricht ma per avere un continente di pace, innovazione e speranza. Negli ultimi mesi l'Europa è stata ferma, alcuni paesi hanno eretto muri, ma i muri devono essere abbattuti non crescere, se no si perde lo spirito della Ue».

In politica solo due mandati
Sul fenomeno dei migranti Renzi ha ribadito che «di fronte a un uomo che scappa dalla guerra, prima di preoccuparsi delle regole, c'è il dovere dell'accoglienza». Infine il premier guarda alla politica italiana e avverte che «bisogna recuperare la regola dei due mandati: una volta in Italia si cominciava a fare politica a 20 e si finiva a 80. Ora non deve essere così, il modello deve essere quello degli Usa: fai due mandati e poi vai a fare altro». Questo vale anche per lui: «Se vincerò nel 2018 farò un ultimo mandato e poi a 48 anni andrò a fare altro».

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