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Tangenti Sanità in Lombardia, Rizzi due ore dal Gip: «Sa di…

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Politica

Tangenti Sanità in Lombardia, Rizzi due ore dal Gip: «Sa di essere finito politicamente»

Fabio Rizzi ha parlato a ruota libera per due ore abbondanti con il gip del Tribunale di Monza, durante il suo interrogatorio di garanzia terminato intorno alle 15,30 nel carcere di Monza, dove il presidente della commissione sanità della Regione Lombardia è detenuto da martedì scorso, dopo l'arresto per l’inchiesta sulle presunte tangenti. Il suo avvocato Monica Alberti ha dichiarato di aver già depositato istanza per i domiciliari: «Rizzi ha chiarito la sua posizione facendo una lunga dichiarazione e poi rispondendo ad alcune domande del giudice - ha commentato il legale a margine dell'interrogatorio -. Non abbiamo parlato del partito, nonostante lui sia consapevole di essere finito politicamente. È razionale, stanco e mi ha chiesto della compagna e dei congiunti». Nel merito della posizione presa dal suo assistito rispetto alle accuse, l'avvocato non si è pronunciato: «Non entro nel merito del processo, ribadisco abbia dato la sua versione dei fatti. Chiederò un interrogatorio anche al magistrato».

Ascoltato anche il factotum, Longo
Mario Longo ha reso al gip di Monza Rosaria Pastore, che lo ha sentito nel carcere San Quirico di Monza, «molti chiarimenti, ma non ammissioni». Lo ha riferito il suo legale, l'avvocato Roberto Losengo, al termine del l'interrogatorio di garanzia. Longo è il factotum del consigliere regionale della Lega Nord Fabio Rizzi ed è stato arrestato insieme a lui ed ad altre 7 persone dell'ambito dell'inchiesta della procura di Monza su un presunto giro di tangenti nella sanità lombarda. Il suo legale ha definito l'interrogatorio come «un colloquio molto costruttivo. L'intenzione è comunque quella di presentare richiesta di scarcerazione. L'avvocato Losengo lo farà sulla base di una memoria difensiva che sarà messa a punto non appena «avremo a disposizione i documenti personali e relativi all'attività lavorativa» di Longo.

La “zarina” davanti al gip
«Farò chiarezza su tutto, ho fiducia nella magistratura». Così Maria Paola Canegrati, la “zarina” dell'odontoiatria lombarda arrestata nell'ambito della inchiesta sulla sanità della Procura di Monza, ha espresso il suo stato d'animo al proprio legale, Leonardo Salvemini. Giovedì mattina, la donna è comparsa davanti al gip di Monza, Rosaria Pastore, per l'interrogatorio di garanzia ed ha pronunciato delle dichiarazioni spontanee. Il suo difensore ha presentato un’istanza in cui chiede gli arresti domiciliari per quella che viene considerata dagli inquirenti una delle promotrici dell'associazione a delinquere che avrebbe inquinato diversi appalti.

Secondo la Procura, Canegrati avrebbe conquistato un «monopolio» nell'assegnazione degli appalti grazie anche all'appoggio decisivo del consigliere della Lega Nord, Fabio Rizzi, ed alla compiacenza retribuita di funzionari pubblici. In cambio, tra le altre cose, Canegrati avrebbe finanziato la campagna elettorale del 2013 che portò Rizzi in Consiglio regionale. «La mia assistita - afferma l'avvocato Salvemini - è molto provata, anche perché ha un figlio di 13 anni. Studieremo le accuse punto per punto e ribatteremo ad esse per far emergere la verità. Il mio pensiero va, ora, anche ai dipendenti del gruppo che vivono il disagio e il timore per il futuro».

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