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Conti pubblici, Renzi: «Sono allo strasicuro, nessuna manovra…

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dopo il richiamo dell’eurogruppo

Conti pubblici, Renzi: «Sono allo strasicuro, nessuna manovra aggiuntiva in vista»

Renzi di nuovo sugli scudi per difendere la fortezza Italia dall’assedio dei tecnici di Bruxelles preoccupati per la tenuta dei nostri conti pubblici. In vista, ha spiegato il premier nella notte al termine del vertice Ue, non c’è «nessuna manovra» finanziaria aggiuntiva. In altre parole, l’ultimo richiamo dell’Eurogruppo sui conti pubblici e i rilievi della Commissione Ue nel suo ruolo di sorveglianza dei bilanci nazionali non sono «drammi esistenziali», né «dichiarazioni di guerra», e non richiedono alcun intervento correttivo sul nostro bilancio.

Da noi «ogni mezza lettera» da Ue «è dramma esistenziale»
Parlando con i cronisti, il presidente del Consiglio ha descritto gli ultimi sviluppi del tormentato rapporto Roma-Bruxelles come «la solita storia», anche se, come ha già più volte rassicurato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan «i conti dell'Italia non sono al sicuro, sono allo strasicuro». «Ovviamente - ha spiegato Renzi - la Commissione Ue svolge un lavoro costante di stimolo, di verifica, lo fa con tutti i Paesi. Da noi ogni volta che c’è una mezza lettera della Commissione, un mezzo richiamo sembra che sia scattato chissà quale dramma esistenziale».

Richiami di routine, per Italia «non c’è niente di cui avere paura»
La storia dei richiami comunitari, ha proseguito il premier, capita « a tutti i Paesi», anche «a chi ha un surplus commerciale piu' alto del dovuto. Dovrebbe essere al 6%, per alcuni Paesi è sopra, succede per chi ha un deficit piu' alto del 3%, per noi è piu' basso. Quello che deve interessare i cittadini è che assolutamente non c’è nessuna manovra e che da quando ci siamo noi se si fanno le manovre è per ridurre le tasse. Quindi l'idea dei politici che quando non sanno che fare aumentano le tasse è finita: 25 miliardi di tagli alla spesa pubblica sono stati fatti, la spending review. Andiamo avanti con molta determinazione, molta chiarezza ma come ha detto il ministro dell'Economia non c’è niente di cui aver paura. Quando finalmente l'opinione pubblica italiana imparerà a conoscere le regole europee come dei richiami che vengono fatti a tutti i Paesi senza considerarli dichiarazioni di guerra sara' un fatto positivo» ha poi concluso il capo del Governo.

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