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Gap scuola-lavoro per 400mila giovani

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Gap scuola-lavoro per 400mila giovani

Il posto dei laureati? Sempre meno in linea con gli studi fatti. La quota di “overeducated” e “mismatched” - i troppo istruiti o con un curriculum non corrispondente al lavoro svolto - negli anni della crisi si è allargata sempre più, non solo tra i graduati, ma anche tra chi si è fermato alla maturità.

L'istantanea scattata dal centro studi Datagiovani per Il Sole 24 Ore ha messo sotto la lente i lavoratori laureati tra i 25 e i 34 anni e quelli diplomati tra i 20 e i 24, nei primi anni successivi al titolo. Una platea di oltre 1,6 milioni di giovani: di questi, 100mila diplomati e 300mila laureati rientrano nella categoria degli overeducated, con un titolo di studio più elevato rispetto a quello richiesto per svolgere il lavoro attuale.

Trend in peggioramento
In percentuale si tratta del 17% dei diplomati e del 28% dei laureati, con valori più diversificati a livello territoriale per il diploma (si va dal 13,5% del Mezzogiorno a oltre il 19% del Centro), mentre sono pressoché omogenei per la laurea. E nel confronto tra uomini e donne l'overeducation è molto più elevata tra i maschi nei diplomi e tra le femmine nelle lauree.

Numeri frutto della crisi, che ha peggiorato il quadro precedente. Il tasso di disoccupazione è salito per i diplomati dal 17,9% del 2008 al 36,4% del 2015 e per i laureati dal 9,4% al 17,2 per cento. Chi un lavoro, invece, è riuscito a “conquistarlo”, si è trovato più spesso coinvolto dal fenomeno della “iperqualificazione” (aumentata fra i tre e i quattro punti percentuali rispetto al 2008).

Il report sottolinea anche l'aumento della sovraistruzione tra i diplomati del Nord (+5,6%) e tra i laureati del Sud e delle Isole (oltre l'8%).

Se nel complesso i vari diplomi sembrano essere più o meno sullo stesso livello per quanto riguarda le caratteristiche di sovraistruzione e abbastanza in linea con quanto si registrava nel 2008, la situazione è molto più articolata se si guarda alle lauree: in particolare, mentre negli indirizzi di tipo medico solo l'8% dei giovani occupati è overeducated, si sale al 13,5% nel caso di ingegneria e architettura, per arrivare al 43,6% nelle discipline umanistiche, ambito che ha risentito di più degli effetti della crisi con un incremento di oltre 12 punti.
Pesante anche la crescita dell'overeducation nelle scienze naturali (che comprendono, tra le altre, biologia, fisica, chimica), passate dal 17% all'attuale 26 per cento.

Il «mismatching»
Mettendo sotto la lente gli sbocchi più qualificati ma che non hanno affinità con il curriculum (per esempio, un ingegnere assunto come responsabile commerciale di un'azienda del retail), la forbice resta ampia per i laureati. Il mismatch tra gli umanisti si registra per oltre la metà dei ”dottori” di quest'area (52%), per i graduati in scienze sociali in oltre il 37% dei casi e anche tra ingegneri e architetti si sfiora il 25 per cento. Solo i medici limitano i danni, con un più modesto 7,9 per cento.

Il gap tra tipologia di laurea e professione svolta è poi certificato dal consorzio interuniversitario AlmaLaurea: dall'indagine condotta sui laureati 2009 a cinque anni di distanza dal titolo emerge che la maggioranza (50,9%) utilizza in misura ridotta o per niente le competenze acquisite con la laurea (con punte oltre il 60% per le discipline umanistiche) e oltre il 40% non è pienamente soddisfatto dell'efficacia del titolo nel lavoro svolto (55% nelle discipline umanistiche, 45% nelle scienze sociali).

«Il mismatch ci dice quanto ancora la scuola sia distante dalle imprese - commenta Maurizio Del Conte, presidente dell'Anpal, l'Agenzia nazionale per le politiche attive -. In questa prospettiva l'avvio del piano sull'alternanza scuola-lavoro obbligatoria per tutti i livelli dell'istruzione secondaria va nella giusta direzione, avvicinando i giovani al mondo del lavoro e consentendo loro di testare in prima persona le attitudini personali».

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