
«In Italia proporrò un piano e una strategia nazionale anti-radicalizzazione per evitare che venga piantato un seme che poi in Italia dia, negli anni a venire, un frutto avvelenato». Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano arrivando al consiglio Interni e Giustizia Ue straordinario convocato all’indomani degli attentati terroristici dell’Isis nella capitale belga. «L'Italia - ha aggiunto il ministro - da questo punto di vista è un Paese sano e noi dobbiamo, dal punto di vista culturale» cioè, «nel legame che la cultura ha con la sicurezza, varare un piano nazionale anti-radicalizzazione».
Alfano: terrorismo veloce Ue lenta, occorre accelerare
Il titolare del Viminale ha sottolineato la necessità di iniziative rapide ed efficaci nella lotta al terrorismo. «Il terrorismo è veloce e l'Europa spesso è lenta», ha spiegato. E ha aggiunto: «Dobbiamo dare quel di più di velocità all'Ue per poter fronteggiare minacce che hanno il ritmo di un crimine globale e anche la forza e la latitudine di organizzazioni che sembrano non essere complesse, ma che poi trovano tra di loro un punto di incontro». Tra le misure più urgenti da mettere in pista, la banca dati dei passeggeri dei voli. «Mi auguro che ci sia una capacità decisionale che vada anche oltre le cose che sono state fatte fin qui e soprattutto si riescano a realizzare le cose che abbiamo sempre detto di voler fare, a cominciare dalla registrazione del nome dei passeggeri», ha spiegato il ministro, che è tornato a proporre il Comitato nazionale antiterrorismo (Casa) come modello per l'Europa, per lo scambio di informazioni. «Il Casa - ha spiegato - funziona da centro di coordinamento strategico e da scambio di informazioni tra tutte le forze di polizia e di intelligence. Vogliamo esportare questo nostro modello a livello europeo».
Orlando: maggiore coordinamento di polizia e intelligence
«Dalla riunione straordinaria dei ministri dell'Interno e della Giustizia dell'Unione Europea convocata per oggi pomeriggio a seguito degli attacchi terroristici ci aspettiamo una reazione più forte sui temi che da mesi poniamo». Così il guardasigilli Andrea Orlando poco prima di partire per la capitale belga. «Noi sosteniamo e abbiamo sempre sostenuto - ha spiegato Orlando - l'esigenza di un più forte coordinamento delle forze di polizia dell'intelligence e, aggiungo io perché questo nel dibattito rischia di passare un po' in secondo piano, anche di un forte coordinamento delle autorità giudiziarie dei diversi Paesi europei»
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