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Nel Def crescita Pil tagliata all’1,2% nel 2016. Renzi:…

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Nel Def crescita Pil tagliata all’1,2% nel 2016. Renzi: nessuna manovra correttiva

L'economia italiana «cresce, la crescita accelera in buona parte trainata dall'effetto delle misure del governo e si accompagna al miglioramento continuo delle finanze pubbliche sia in termini di deficit che di debito». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del Cdm che ieri pomeriggio ha varato il Documento di economia e finanza (Def), con allegato il Piano nazionale riforme (Pnr), annunciando che il Pil 2016 crescerà dell'1,2, rispetto all’1,6% precedentemente previsto. L’aumento del Pil sarà dell'1,4% nel 2017 e dell'1,5% nel 2018. Il rapporto deficit/Pil si attesterà al 2,3% nel 2016 e all'1,8% nel 2017 (rispetto all’1,1% previsto in autunno), con 11 miliardi di flessibilità richiesti alla Ue dopo i 16 chiesti per quest’anno. Per il debito la discesa sarà meno verticale di quanto stimato nell'autunno scorso (131,4%), ma l'inversione di tendenza ci sarà: il rapporto debito/Pil scenderà al 132,4% quest’anno (dal 132,8% del 2015), e al 130,9% nel 2017. Nel 2016 la pressione fiscale è prevista scendere di 0,7 punti percentuali collocandosi al 42,8% del Pil.

Renzi: Italia cresce, non ci saranno manovre correttive
«Il fatto che ci sia una revisione all'1,2% (del Pil) è un fatto di serietà. L'Italia cresce, la crescita accelera del 50 per cento rispetto al 2015, nel 2016 andremo meglio». Così il premier Matteo Renzi, che ha aggiunto: «Non ci saranno altre manovre, non abbiamo mai effettuato una manovra correttiva - ha rivendicato Renzi - è un termine che appartiene al passato, è stato rottamato». La crescita del Pil, nonostante una congiuntura internazionale non favorevole, sarà trainata dall'aumento degli investimenti pubblici e dall'ulteriore riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese programmato dal governo.

Pressione fiscale 2016 scende a 42,8%
Nel 2016 la pressione fiscale è prevista scendere di 0,7 punti percentuali collocandosi al 42,8% del Pil. Considerando il “bonus 80” euro, per gli effetti sul reddito netto dei lavoratori, la pressione fiscale scende al 42,2%. Lo si legge nel comunicato del consiglio dei ministri diffuso dopo l'approvazione del Def.

Deficit/Pil al 2,3% nel 2016, all'1,8% nel 2017
Il «deficit del 2015 è confermato al 2,6%, nel 2016 va al 2,3% e all'1,8% nel 2017» e allo 0,9% nel 2018, ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm, sottolineando che «continua la politica di sostegno alla crescita con il rafforzamento e risanamento della finanza pubblica». L'obiettivo del deficit/Pil all'1,8% nel 2017 (rispetto all'1,1% delle perevisioni dello scorso autunno) lascia intravedere una richiesta di flessibilità di 0,7 punti di Pil, pari a 11 miliardi.

Padoan: riforme permettono utilizzo flessibilità, Italia non ingorda
«Siamo tranquilli che l'1,8% di deficit nel 2017 sia assolutamente compatibile con il quadro europeo», ossia con «le circostanze eccezionali che riguardano il deterioramento marcato del contesto internazionale» ha assicurato il ministro dell'Economia. Lo sforzo riformatore del governo italiano «permette al Paese di utilizzare le clausole di flessibilità consentite ad un Paese che abbia le finanze pubbliche in ordine» ha detto ancora il ministro dell'Economia. Non solo. Per Padoan «l'argomento che l'Italia chieda troppo è semplicemente sbagliato, l'Italia ha più flessibilità perché è più in regola di altri per le riforme messe in campo e per gli investimenti. I paesi nel braccio correttivo come la Francia non possono usare flessibilità perchè le loro finanze non sono in regola come le nostra. L'Italia è in regola e non ingorda». Frasi pronunciate in risposta al vicepresidente della commissione Ue Katainen, che a Cernobbio ha detto stasera che: «L'Italia è il Paese che ha ottenuto più flessibilità, non se ne può concedere ancora».

Debito/Pil scende più lentamente, al 132,4% nel 2016
Nel Def il rapporto debito/Pil scende a un ritmo più lento di quanto previsto: nel 2016 dal 132,7% calerà al 132,4% come previsto già dalla Commissione europea (non più al 131,4%), al 130,9% nel 2018, del 128% nel 2018 e al 123,8% nel 2019.

Padoan: studiamo varie opzioni su privatizzazioni
Quanto alle privatizzazioni «l'obiettivo fissato è dello 0,5% di Pil di introiti». «Stiamo esaminando varie opzioni che ci permetteranno di raggiungere quell'obiettivo» ha aggiunto Padoan, al termine del Consiglio dei ministri.

Camusso (Cgil): «Def non determina crescita»
Di oggi invece le prime bordate delle parti sociali contro i contenuti del Def appena varato dal Governo. La prima bordata è arrivata dalla segretaria Cgil, Susanna Camusso, a Milano per firmare la proposta di legge del sindacato sulla ”Carta dei diritti universali del lavoro”. «La sensazione», ha attaccato, « è che il Def sia costruito in funzione di continuare una politica di qualche aggiustamento di qualche decimale che, come abbiamo visto, non determina le condizioni per quella crescita, in particolare degli investimenti e dell'occupazione, di cui il Paese ha bisogno».

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