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Inchiesta petrolio, M5S: governo in bilico, Mattarella chieda…

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appello al quirinale

Inchiesta petrolio, M5S: governo in bilico, Mattarella chieda rinvio del voto sul ddl Boschi

Di pari passo con gli sviluppi dell’inchiesta petrolio della Procura di Potenza, cresce il pressing grillino sul Quirinale in vista delle mozioni di sfiducia al Governo all’esame dell’Aula di Palazzo Madama il 19 aprile. Il governo, ha spiegato questa mattina il capogruppo del Movimento 5 stelle a Montecitorio, Michele Dell'Orco, «è in bilico» e il «sistema mafioso di trivellopoli potrebbe superare tangentopoli». Per questo Mattarella dovrebbe «dare un monito al Parlamento perché si rinvii il voto sulla riforma della Costituzione a dopo la mozione di sfiducia al Senato».

«Un governo appeso a un filo non può cambiare la Costituzione»
A breve, infatti, nel calendario d’aula del Senato dovrà trovare spazio il voto (che chiude la seconda lettura parlamentare prima del referendum confermativo d’autunno) sul ddl Boschi di riforma del bicameralismo, riforma cui la commissione Affari costituzionali ha appena dato mandato al relatore di riferire positivamente all’Assemblea. Per i grillini il voto è assolutamente fuori luogo perchè, ha sottolineato Dell’Orco in conferenza stampa insieme alla sua collega del Senato, Nunzia Catalfo, e al deputato campano Carlo Sibilia, componente del direttorio M5s, «è incredibile che un governo appeso a un filo possa cambiare la Carta».

Scandalo petroli «caso che non si risolve con dimissioni ministro Guidi»
Per Sibilia lo «schema» che emerge dalle rivelazioni dell'inchiesta di Potenza sulla presunta influenza degli interessi delle compagnie petrolifere sulle decisioni del governo mette in luce «un sistema mafioso». E la permeabilità alle presunte pressioni e il coinvolgimento a vario titolo di membri del governo, citati nelle carte delle indagini e nelle intercettazioni (nessun ministro o sottosegretario al momento risulta indagato per la vicenda Tempa rossa) dimostrerebbero che «il governo che dovrebbe fare gli interessi dei cittadini è completamente collegato alla criminalità organizzata». La tesi dei 5 Stelle è che, essendo stati permeabili a interessi diversi da quelli dei cittadini, «queste persone si sono sottratte al loro dovere quindi sono tutti delinquenti. Qual è la differenza fra loro e i camorristi che commentando l'inquinamento della Terra dei fuochi dicevano “noi beviamo acqua minerale”?». In ogni caso, ha osservato Catalfo, «questo scandalo non si può risolvere con le sole dimissioni del ministro Guidi» perché siamo di fronte a «un sistema, che il Movimento 5 stelle aveva denunciato e scoperto già nel 2014».

Di Maio: inaccettabile calendarizzazione tardiva mozioni di sfiducia
Assolutamente contrario alla calendarizzazione “tardina” delle mozioni di sfiducia anche il vicepresidente della Camera ed esponente di spicco del Movimento Luigi Di Maio, che ha margine di un incontro a Vicenza ha ribadito l’intenzione di « mandare immediatamente a casa» il governo. «E' inaccettabile - ha precisato Di Maio - che la nostra mozione di sfiducia sia stata calendarizzata fra una decina di giorni, periodo nel quale lo stesso Governo discuterà nel frattempo di riforma costituzionale». Per Di Maio «si è trattato di una scelta inopportuna che non ci vede assolutamente d'accordo».

Pm Potenza impegnati a valutare atti dell’inchiesta
Sul fronte giudiziario la giornata ha visto i Pm della Procura di Potenza impegnati ad una prima valutazione complessiva degli atti raccolti nei giorni scorsi e relativi alle sei ordinanze agli arresti domiciliari che costituiscono l’ossatura dell’inchiesta petroli. Stamani sono stati anche presentati i primi ricorsi al Tribunale del Riesame: sono quelli dei cinque dirigenti dell'Eni ai domiciliari nell'ambito del filone sul presunto smaltimento illecito dei rifiuti del Centro Oli di Viggiano (Potenza), e di un ex dirigente della Regione Basilicata, colpito da un divieto di dimora e indagato nello stesso filone. Ha presentato ricorso al Riesame anche Giambattista Genovese, ex vicesindaco di Corleto Perticara (Potenza), dove, a Tempa Rossa, è in fase di realizzazione il Centro Oli della Total, al centro del secondo filone dell'inchiesta. Non è stata ancora fissata la data dell'udienza.

Difesa: ammiraglio De Giorgi chiederà di essere sentito da giudici
Da registrare anche l’annuncio di una prossima richiesta di essere ascoltato dai giudici da parte del capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, iscritto dai Pm di Potenza nel registro degli indagati per abuso di ufficio. Per il difensore di De Giorgi, Pietro Nocita, le intercettazioni riportate da alcuni giornali non avrebbero «alcuna rilevanza giudiziaria ed esprimono opinioni personali frutto della sua passione e del suo amore per la Marina Militare e non sono legate ad interessi privati».

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