L'Italia ha inviato una proposta molto articolata, un 'migration compact', ai presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Jean Claude Juncker e Donald Tusk, per limitare i flussi. Il documento, a quanto si apprende da fonti europee, prevede in particolare uno schema di accordo con i paesi di origine e di transito, che richiede anche un forte impegno finanziario da parte dell'Ue, impegno che potrebbe essere assolto attraverso una redistribuzione delle risorse già allocate dal budget europeo ma anche con Eurobond. Tusk su Twitter ha dato «il benvenuto al migration compact di Matteo Renzi». «D'accordo - ha scritto - a lavorare ad un piano ambizioso in Ue e G7/20 sulla cooperazione con i Paesi Terzi per frenare la migrazione».
Politica estera Ue centrale per tenuta Schengen
«La dimensione esterna della politica migratoria» assume «oggi un ruolo fondamentale anche in rapporto alla tenuta di Schengen e al principio di libera circolazione» scrive il premier Matteo Renzi nella lettera di accompagnamento al 'migration compact' . «Le proposte della Commissione Ue che l'Italia appoggia con convinzione di istituire una Guardia di Frontiera e costiera europea e le comunicazioni 'Back to Schengen' e sulla riforma di Dublino potranno dare risultati concreti - scrive Renzi - solo se parallelamente la gestione dei flussi migratori passerà dalla fase dell'emergenza a quella di una più ordinata e strategica gestione. Da questa prospettiva appare chiaro come la dimensione esterna della politica migratoria assuma oggi un ruolo fondamentale anche in rapporto alla tenuta di Schengen e al principio di libera circolazione».
Renzi a Ue,più cooperazione con Paesi Terzi
«La gestione dei flussi dei migranti non è più sostenibile senza una cooperazione mirata e rafforzata con i Paesi Terzi di provenienza e di transito. Molto è stato fatto, ma molto di più dobbiamo rapidamente fare se vogliamo scongiurare l'aggravarsi di una crisi sistemica» aggiunge Renzi nella lettera di accompagnamento . Il 'migration compact' sarà distribuito come documento ufficioso al Consiglio Esteri Ue.
«Il nostro non-paper - scrive - è centrato sull'idea di sviluppare un modello di offerta ai Paesi partner all'interno del quale alle misure proposte da parte Ue (supporto finanziario e operativo rafforzato) corrispondano impegni precisi in termini di efficace controllo delle frontiere, riduzione dei flussi dei migranti, cooperazione in materia di rimpatri/riammissioni, rafforzamento del contrasto al traffico di esseri umani. Molto si può già fare rifocalizzando verso i Paesi prioritari risorse e strumenti esistenti e migliorandone la governance; ma occorre andare oltre prevedendo nuove e innovative fonti di finanziamento utili anche per coprire i costi futuri dell'accordo con la Turchia». «In particolare - si segnala - sarà fondamentale finanziare e gestire a livello europeo: 1) un piano straordinario di rimpatri; 2) supporto legale, logistico, finanziario e infrastrutturale per la gestione dei flussi nei paesi partner anche attraverso uno screening accurato in loco tra rifugiati e migranti economici». «Le idee che l'Italia offre alla Commissione, alla Presidenza del Consiglio europeo e al Seae sono motivate anche dalla convinzione che su un piano ambizioso relativo alla dimensione esterna del fenomeno migratorio è possibile raggiungere un'ampia convergenza tra gli Stati membri», si conclude. Il documento è stato inviato anche al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, al premier olandese Mark Rutte (presidenza di turno del Consiglio Ue) e all'Alto rappresentante Federica Mogherini.
Messaggio all’Austria
Oggi intanto il premier parlando dell'ipotesi di una barriera austriaca al confine col Brennero ha mandato un messaggio chiaro al governo di Vienna. «Agli amici austriaci dico che il Brennero non è solo il tunnel per collegare i nostri Paesi, il Brennero è un luogo di lavoro per molte aziende, ed è un simbolo» ha chiarito Renzi aggiungendo: «Non faremo finta di nulla se qualcuno viola le regole. L'amicizia è un grande valore il rispetto del regole è alla base dell'amicizia. Il Brennero non può diventare oggetto di competizione, le regole vanno rispettate, non faremo finta di nulla se si violano regole ma sono fiducioso che non si farà» l’auspicio del presidente del Consiglio. «Se qualcuno deve dare messaggi di politica interna per ragioni comprensibili nazionali lo rispettiamo, ma il Brennero è un simbolo troppo importante per divenire oggetto di competizione e richiameremo tutti gli alleati al rispetto delle regole europee».
Viminale, dal 1° gennaio sbarcati in oltre 24.000
Dal 1° gennaio 2016, ad oggi, sono sbarcati in Italia 24.094 migranti. La cifra è fornita dal Viminale, con dati aggiornati agli ultimi sbarchi di stamane. Oggi intanto l'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, aveva comunicato che solo negli ultimi tre giorni gli arrivi sono stati quasi 6.000. Solo oggi, in prima mattinata, sono stati 357 gli arrivi a Messina. Oltre 4.100 migrati sono stati salvati nel canale di Sicilia nell'arco di 48 ore a partire da lunedì. Sono stati registrati nove morti.
Confindustrie Nord Est, chiusura Brennero è danno enorme
«L'Europa non ha bisogno di nuove barriere, fisiche e mentali». Lo dichiarano con una nota congiunta, Roberto Zuccato, presidente Confindustria Veneto, Giuseppe Bono, presidente Confindustria Friuli Venezia Giulia, e Stefano Pan, presidente Confindustria Trentino Alto Adige. “Siamo molto preoccupati per le ipotesi che si stanno delineando per affrontare la questione del flusso dei migranti verso l'Austria - affermano i presidenti delle confindustrie del Nord Est - In particolare la chiusura del Brennero comporterebbe un danno enorme per la nostra economia, export e turismo”. “I danni - aggiungono - toccherebbero soprattutto quelle imprese del Nord Est e italiane che lavorano con consegne giornaliere 'just in time' verso i Paesi del nord Europa e che a causa di ritardi di consegna rischierebbero di pagare penali e perdere le commesse”. “La chiusura del Brennero prefigura uno scenario fortemente penalizzante per le nostre esportazioni, così come per il flusso turistico verso le nostre regioni, che potrebbe compromettere una ripresa già di per sé timida”, concludono Zuccato, Bono e Pan
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