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Sversamento di greggio a Genova, corsa contro il tempo per raccogliere…

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preoccupano le piogge nel weekend

Sversamento di greggio a Genova, corsa contro il tempo per raccogliere l’onda nera

  • –di Si.Spe.

Entro venerdì raccogliere fino a 2.200 tonnellate di petrolio misto ad acqua. In pratica, rimuovere il 90% del greggio in superficie sversato dall'oleodotto Iplom nei torrenti Pianego, Fegino e Polcevera, domenica sera, in seguito alla rottura di una conduttura dell'oleodotto che collega il porto petroli di Genova alla raffineria Iplom di Busalla.

È questo l’obiettivo illustrato al termine di un vertice in Prefettura dal direttore del settore Rischi della Protezione civile Roberto Oreficini, dal sindaco di Genova Marco Doria, dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dal responsabile Iplom per l'Ambiente e la sicurezza Gianfranco Peiretti.

La parola d’ordine è fare presto. A preoccupare sono soprattutto le piogge, previste nel fine settimana, che potrebbero ostacolare i lavori di bonifica e spingere in mare parte del greggio che si è riversato domenica nei due torrenti.

«Ovviamente -si legge in una nota del vice prefetto del capoluogo ligure- l'intervento dovrà proseguire per rimuovere anche il restante 10% di materiale e per la successiva bonifica». Arpal si è invece impegnata a proseguire quotidianamente il monitoraggio della qualità dell'aria e dell'acqua e di trasmettere i dati alla Asl per gli accertamenti di carattere sanitario. Da quanto riportato finora non sarebbero stati rilevati superamenti delle soglie di sicurezza per la salute dei cittadini.


Lo stato dei lavori
Ma la situazione richiede interventi urgenti. Da domani, gli autospurghi in azione 24 ore su 24 aumenteranno a 27 dai 21 attuali. Oltre a 20 autospurghi e 5 bilici che saranno in stand by in caso di emergenza pioggia, si aggiungeranno 6 bilici per la gestione dello stoccaggio e due piccoli autospurghi per bonificare la aree più impervie, mentre i battelli in azione passeranno da 4 a 6. Tutte le forze in campo per la bonifica resteranno operative 24 ore su 24.

Sono già partiti i lavori per installare panne di contenimento d'altura, rimuovere gli idrocarburi dal rio Fegino con idrolavaggio ad alta pressione, realizzare un deposito temporaneo di rifiuti nello stabilimento Iplom di Fegino e fosse di accumulo tra il rio Fegino, il rio Pianega e il torrente Polcevera e rimuovere la vegetazione contaminata lungo il rio Pianego e il rio Fegino.

Il nuovo piano operativo di bonifica prevede inoltre la raccolta delle emulsioni con skimmer, la sostituzione più frequente delle panne assorbenti e l'utilizzo della briglia sifonata posizionata nel tratto terminale del torrente Polcevera per confinare il greggio.


Intanto questa mattina diversi abitanti di Fegino si sono fatti visitare dal medico nell'ambulatorio mobile messo a disposizione della Asl 3 e che staziona accanto ai giardini Montacucco, dove l'odore del petrolio si sente ancora molto forte. «I problemi riscontrati - spiega il direttore sanitario della Asl 3 Luigi Carlo Bottaro - sono di tipo irritativo alle congiuntive e alle prime vie aeree e derivano dalle piccole dosi di elementi volativi che si scatenano dal greggio. I dosaggi però sono talmente bassi che non si può allo stato attuale parlare di un rischio reale».

Vertice in Prefettura Genova, Toti: sversamento sotto controllo

Nel pomeriggio, una cinquantina di persone sono scese in piazza questo pomeriggio per protestare per la situazione del quartiere di Genova, dopo l'ingente sversamento di petrolio. «Alla Iplom (la raffineria dalla cui tubatura è uscito il greggio, ndr) vogliano dire che siamo qui, siamo vigili e seguiamo passo passo questi lavori - spiega Mauro Zelaschi del Comitato spontaneo cittadini di Fegino -. E ci stupisce che ci siano ancora tutte queste pozze di petrolio sul rio, che si infiltrano nel terreno».

Tre cause possibili della fuoriuscita di petrolio
Una piccola frana, le condizioni della condotta e le manovre eseguite dai tecnici durante il pompaggio del greggio nell'oleodotto dal porto di Genova alla raffineria Iplom: gli investigatori stanno facendo verifiche in queste tre direzioni per scoprire la causa del guasto che nel weekend ha provocato la rottura dell'oleodotto. Coordinata dal sostituto procuratore Walter Cotugno, che indaga per disastro ambientale colposo, la polizia giudiziaria prende al momento in considerazione lo stato dell'impianto, un fattore esterno come una frana, o un errore umano. Non viene escluso che una valvola chiusa al momento sbagliato possa avere provocato problemi di pressione durante il trasferimento di greggio, provocando l'esplosione della tubatura. Il pm valuta la nomina di un geologo per stabilire se lo smottamento creatosi sul luogo dello sversamento sia stato la causa di un danno all'oleodotto, oppure la conseguenza dell'esplosione della conduttura. Dopo i rilievi, che potrebbero finire questa settimana, si potrà procedere al dissequestro dell'area.

Genova, ecco le immagini aeree dello sversamento di greggio

Iplom, tratto esploso era stato controllato in 2013
Intanto la raffineria rende noto che il tratto di oleodotto esploso a Genova era stato controllato nel 2013, e sarebbe stato sottoposto a un intervento di manutenzione nei prossimi mesi. Il cantiere sarebbe stato aperto prima dell'inizio dell'estate. Lo ha reso noto all’Ansa la Iplom di Busalla, proprietaria della conduttura, spiegando che quel tratto, insieme ad altri 4, era inserito nel programma di interventi del 2016.

Questo, viene fatto notare, non significa che la conduttura fosse “a fine corsa”, perché la manutenzione viene programmata, sostiene la società, in modo da intervenire in sicurezza. L'ultimo controllo dello stato della conduttura, è stato fatto nel 2013 inserendo nell' oleodotto,

come da prassi, il 'pig intelligente', una macchina di forma cilindrica che viene spinta lungo i 21 chilometri della conduttura e che analizza lo stato della struttura, in particolare lo spessore dei tubi, che vengono sottoposti a usura dall'attrito provocato dal passaggio del greggio.

Dopo l'ultima rivelazione del 'pig intelligente', nel 2013, fa sapere la Iplom, erano stati programmati interventi in diversi tratti per il 2014, il 2015 e il 2016. Il tratto esploso domenica sera era nel lotto del 2016 e «questo significa che nel 2013 non era stata rilevata una situazione di allarme» sostiene la Iplom. (Si.Spe.)


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