È durato oltre tre ore l'interrogatorio dell'imprenditore Gianluca Gemelli davanti ai pm di Potenza, titolari dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. Secondo quanto si è appreso, l'indagato ha risposto alle domande dei pubblici ministeri. L’interrogatorio è stato secretato. All'uscita dal palazzo di giustizia di Potenza Gemelli e il suo avvocato, Paolo Carbone, non hanno risposto alle domande dei giornalisti. Secondo quanto si è appreso, all'interrogatorio hanno preso parte i pm della Procura di Potenza e il sostituto procuratore della Dna Elisabetta Pugliese. In seguito alla divulgazione di un'intercettazione con la sua compagna su un emendamento del Governo per Tempa Rossa, la ministra Guidi rassegnò le dimissioni lo scorso 31 marzo.
Gemelli ha dovuto rispondere sugli affari del cosiddetto “quartierino” del petrolio: secondo gli inquirenti, l'imprenditore siciliano è “personaggio chiave” per gli interessi dello stesso “clan” in Basilicata, per il progetto Tempa Rossa, a Corleto Perticara (Potenza), e in Sicilia per il porto di Augusta (Siracusa). Da mesi i pm di Potenza, Laura Triassi e Francesco Basentini, indagano per associazione per delinquere e traffico di influenze sullo stesso Gemelli, sul capo di Stato della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, sul lobbista Nicola Colicchi e su un consulente del Ministero dello Sviluppo economico, Valter Pastena.
Gemelli a Potenza: da pm per chiarire ogni cosa
L'imprenditore siciliano è entrato dall'ingresso principale del palazzo di giustizia e non ha risposto alle domande dei giornalisti.
Il suo avvocato, Paolo Carbone, invece, ha detto che Gemelli «è venuto a Potenza per chiarire ogni cosa».
L’uomo-chiave del “quartierino”
Sconosciuto al grande pubblico fino al 31 marzo, Gianluca Gemelli è diventato, suo malgrado, un personaggio noto “grazie”
all'inchiesta sul petrolio in Basilicata. Gli investigatori della Squadra mobile di Potenza, Gemelli, lo conoscono bene:
per mesi hanno ascoltato le sue telefonate e, in diverse circostanze con le intercettazioni ambientali, pure le sue conversazioni
con quelli che per il pool dei magistrati lucani compongono il “quartierino romano” (anche detto “clan” o “combriccola” del
petrolio). Dalle informative della Polizia, infatti, sembra che Gemelli volesse estendere ancor di più i suoi affari nel settore
del petrolio. E, per farlo, ha spesso utilizzato il nome della Guidi. La Guidi è “persona offesa”, mentre Gemelli è indagato nel filone “Tempa Rossa” e in quello siciliano. Per “Tempa Rossa”, la Procura ne aveva chiesto
l'arresto, richiesta non accolta dal gip.
La commissione di inchiesta a Viggiano
Oggi, sempre a Potenza, si conclude la missione di tre giorni in Basilicata della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle
attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Oggi, parlando del blocco del Centro oli di Viggiano (Potenza) dell'Eni, il presidente della Commissione, Alessandro Bratti (Pd), ha detto che «c'è uno stallo completo. Ma spero che tutti gli attori
in campo, ognuno nelle sue responsabilità, abbiano il buon senso, la volontà di non arrivare a situazioni di tensioni sociali
che poi non aiutano».
Aggiornamento del 25 marzo 2019
“Il 5 dicembre 2016 la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del procedimento, nei confronti degli indagati, in particolare
della posizione di Valter Pastena, richiesta accolta dal Gip in data 28 dicembre 2016”.
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