
Si è aperta nel segno di Giulio Regeni la 26ma edizione del Concertone del Primo maggio a piazza San Giovanni a Roma, dove a metà pomeriggio gli organizzatori contavano circa 300 mila presenze, in continua crescita in vista della serata con gli artisti più amati, fino alle 500mila stimate intorno alle 20,30.
È stato Luca Barbarossa, conduttore insieme a La Mario (Mariolina Simone), a leggere un messaggio dei genitori del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto e a ricordarlo così: “Giulio Regeni vive in ognuno di noi per chiedere giustizia e verità”.
Il via al Concertone, promosso dai sindacati e in diretta tv su Rai3 e su Radio2 e scivolato via senza intoppi, lo ha dato la Bandabardò. A scatenare la folla - che ha sfidato i nuvoloni grigi e le misure di sicurezza che sono state rafforzate - ci hanno pensato i Perturbazione, scesi dal palco per cantare con i ragazzi delle prime file, e i Modena City Ramblers con la Fanfara di Tirana, presenza quasi fissa dell'appuntamento romano. Il gruppo folk emiliano ha portato due tra i suoi brani più famosi e conosciuti: I cento passi e Bella Ciao.
Sul palco anche Gianluca Grignani che si è schierato con il “popolo” (”io non sono né di destra né di sinistra”). Ai brani degli artisti si sono alternati anche racconti di storie di vita vissuta, dalla preside della scuola nella Locride ai sindacalisti.
I protagonisti della serata sono Skunk Anansie, Fabrizio Moro, Tiromancino, Max Gazzè e Salmo. In programma anche un omaggio a Prince da parte dell'Orchestra operaia con Purple Rain. L'Orchestra Operaia insieme con Massimiliano Bruno Stefano Fresi, Max Paiella, Carlotta Natoli, Claudia Gerini ha anche ricordato Remo Remotti.
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