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Istat: nel 2016 Pil in crescita dell’1,1%. La…

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prospettive per IL 2016

Istat: nel 2016 Pil in crescita dell’1,1%. La disoccupazione scenderà all’11,3%

Per il prodotto interno lordo italiano, l’Istat prevede una crescita dell'1,1% nel 2016, in misura quindi maggiore rispetto al 2015 (+0,8%). Nel rapporto «Prospettive per l'economia italiana nel 2016» diffuso oggi dall’Istituto nazionale di statistica la stima preliminare del Pil per il primo trimestre 2016 (+0,3%) «ha confermato, seppure con intensità moderata, il proseguimento della fase espansiva dell'economia italiana avviatasi agli inizi dell'anno precedente. Alcuni dei fattori a supporto della crescita quali il basso livello dei prezzi dell'energia, la riduzione dei tassi di interesse e il graduale miglioramento della fiducia tra gli operatori sono attesi produrre i loro effetti anche nell'anno corrente». Anche i consumi sono previsti in crescita: la spesa delle famiglie, in base all’analisi Istat, è stimata in aumento dell'1,4% alimentata dall'incremento del reddito disponibile e dal miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

PREVISIONE PIL
Pil, variazioni percentuali sull’anno precedente (Fonte: Istat)

Da domanda interna contributo al Pil dell’1,3%
Secondo l'Istat la domanda interna al netto delle scorte contribuirebbe positivamente alla crescita del Pil per 1,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta e la variazione delle scorte fornirebbero un contributo negativo pari a un decimo di punto percentuale ciascuna. L'Istat avverte però che «un rallentamento piu' deciso del commercio internazionale e l'eventuale riaccendersi di tensioni sui mercati finanziari costituiscono dei rischi al ribasso per l'attuale quadro previsivo. All'opposto, una ripresa piu' accentuata del processo di accumulazione del capitale, legata allo sviluppo delle politiche nazionali ed europee, costituirebbe un ulteriore stimolo alla crescita economica».

Inflazione in aumento dalla seconda metà dell’anno
Le stime contenute nel documento Istat riguardano anche l’inflazione, per il quale è atteso un aumento dalla seconda metà del 2016. Scorrendo le ”Prospettive economiche per l'economia italiana” , si legge infatti che la dinamica dei prezzi non dovrebbe discostarsi da quella attuale fino ai mesi estivi, ma dall'autunno si concretizzerebbe una inversione di tendenza, che riporterebbe il tasso tendenziale su valori più sostenuti verso la fine dell'anno, anche se ancora inferiori all'1 per cento. Il maggiore contributo al contenimento dell'inflazione «si prevede ancora dipendente dalla componente estera dei costi, con i prezzi dei prodotti energetici che registrerebbero una variazione negativa della media annua anche nel 2016», osserva l'Istituto. L'evoluzione moderata della dinamica salariale e dei costi di produzione nel loro complesso fornirebbero un apporto inflazionistico limitato per i prezzi delle principali componenti di fondo. Nella media del 2016 il tasso di crescita del deflatore della spesa delle famiglie è stimato appena superiore allo zero per il terzo anno consecutivo (+0,2%). Il deflatore del Pil, riflettendo l'origine prevalentemente esterna delle spinte al ribasso sui prezzi, dovrebbe segnare un incremento annuo più sostenuto (+0,8%).

Tasso di disoccupazione all’11,3%
Sul fronte del lavoro, l’Istat conferma il cauto miglioramento della situazione complessiva. Nel 2016, il consolidamento dei progressi sul fronte occupazionale (+0,8% in termini di unità di lavoro) dovrebbe infatti essere accompagnato da una riduzione del tasso di disoccupazione, che è stimato attestarsi all'11,3 per cento. L'incremento dell'occupazione sarebbe un riflesso, in particolare, degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, la cui intensità si è significativamente ridotta nell'anno corrente.

PREVISIONE TASSO DI DISOCCUPAZIONE
Variazioni percentuali sull’anno precedente (Fonte: Istat)

Commercio estero, a marzo export in calo dell’i,5%
Sempre oggi, l’Istat ha fornito il dato aggiornato sul commercio estero nazionale, che a marzo registra un calo congiunturale sia per le esportazioni (-1,5% sul mese, - 1,1% rispetto a marzo 2015) che per le importazioni, in flessione del 2,4% congiunturale e del 5,9% tendenziale. Il surplus commerciale è di 5,4 miliardi (+3,8 miliardi a marzo 2015). Nel primo trimestre dell'anno il saldo ha raggiunto i 9,3 miliardi (15,2 miliardi al netto dei prodotti energetici).

Export, rosso piu’ accentuato per i mercati Ue
La diminuzione congiunturale dell'export coinvolge entrambe le principali aree di sbocco, con un decremento più accentuato verso i mercati Ue (-2,5%). Tutti i principali raggruppamenti di beni sono in flessione, a eccezione dei prodotti energetici (+16,4%) e dei beni strumentali (+1,9%). Il calo annuo dell'export di marzo, aggiunge l'Istat, è invece da ascrivere esclusivamente all'area extra Ue (-5,2%). La diminuzione più ampia si rileva per paesi Mercosur (-28,2%) e paesi Opec (-21,6%). Le vendite verso il Belgio (+16,9%), gli Stati Uniti (+11,2%), la Repubblica ceca (+8,1%), il Giappone (+7,9%) e la Francia (+5,7%) sono invece in rilevante espansione.

Esportazione mezzi di trasporto in controtendenza
Le vendite di prodotti petroliferi raffinati (-24,7%), sono in forte calo, mentre le esportazioni di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+17,9%) contrastano la diminuzione tendenziale dell'export. Nel primo trimestre 2016, rispetto all'ultimo trimestre 2015, la dinamica dell'export (-1,7%) risulta in flessione ed è da ascrivere quasi esclusivamente all'area extra Ue (-3,0%). Al netto dei prodotti energetici la diminuzione è più contenuta (-1,0%) e i beni strumentali registrano una lieve espansione (+0,2%).

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