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Pensioni, dal ritocco alle minime al riscatto della laurea: le…

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cantiere previdenza

Pensioni, dal ritocco alle minime al riscatto della laurea: le novità sul tavolo

Nuove regole in arrivo per le pensioni. Il Governo è al lavoro su un consistente pacchetto di interventi sul fronte pensionistico: allo studio, in particolare, nuove misure per rendere più semplice e flessibile l'uscita dal mondo del lavoro per chi si avvicina all'età pensionabile. Fra le ipotesi la penalizzazione di chi sceglie un'uscita anticipata, calcolata in base al reddito e sulla parte di pensione calcolata con il metodo retributivo. Altra novità del cantiere previdenza avviato dall'Esecutivo anche il ritorno del “tavolo” con le parti sociali, il primo dei quali si è riunito a palazzo Chigi il 24 maggio registrando la soddisfazione dei sindacati. Non siamo alla concertazione classica, invisa al premier, ma sicuramente uno spazio di confronto sulle misure in rampa di lancio, che dovrebbero essere recepite con la prossima legge di Stabilità per essere operative nel 2017.

Nannicini: concertazione ma con regole nuove rispetto al passato
A guidare la pattuglia dei tecnici del governo impegnata nell'elaborazione delle proposte di riforma del settore previdenziale è il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini, che in una recente intervista alla “Stampa” ha confermato il metodo scelto dal governo. «Giusto coinvolgere le parti sociali», ha sottolineato Nannicini, ma «sarà una concertazione fatta secondo regole diverse dal passato: ascolteremo le loro ragioni, in alcuni casi le faremo nostre, poi però a tirare le fila sarà il governo nella sua autonomia. Due studiosi olandesi, con un termine un po’ forte, la definiscono ”l’ombra della gerarchia”. Solo - osserva il consigliere economico del premier - se c’è quella e se c’è una politica con le idee chiare, la concertazione funziona».

“Giusto coinvolgere le parti sociali, ma sarà una concertazione fatta secondo regole diverse dal passato”

Tommaso Nannicini, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio 

Nuovo incontro entro giugno, Camusso incalza: bisogna muoversi
Avanti dunque con la “nuova” concertazione. Questa mattina lo stesso Nannicini, a margine del convegno sullo sviluppo sostenibile, ha confermato la convocazione entro giugno «dei tavoli promessi su pensioni e lavoro». Troppo poco per la leader della Cgil, Susanna Camusso, che ha scelto lo stesso convegno per lanciare un messaggio al ministro del Lavoro Giuliano Poletti perchè velocizzi i tempi del confronto con i sindacati. Sulla convocazione del prossimo incontro, ha incalzato Camusso, «bisogna muoversi, perché il tempo non è mai un fattore indipendente». Secondo il leader della Cgil «è urgente ridare tranquillità alle persone dicendo che si cambia una legge ingiusta come la legge Fornero».

In arrivo l’Ape con prestito e penalizzazione
Cardine della misure allo studio del governo per rendere flessibile la legge Fornero si chiama anticipo pensionistico (Ape) per i nati tra il 1951 e il 1953 con penalizzazioni differenziate tra l'1 e il 4% per ogni anno di uscita anticipata (massimo tre). La forchetta delle penalizzazioni connesse all'Ape potrebbe essere più elevata (tra il 3-4% medio fino a punte del 6-7%) per chi, volontariamente, scegliesse l'anticipo senza essere disoccupato o in una azienda in ristrutturazione. Il finanziamento dell'operazione dovrebbe essere garantito soprattutto da banche e assicurazioni, chiamate a ad erogare l'anticipo della pensione tramite l'Inps con una sorta di “prestito” al pensionato - che secondo quanto anticipato dal sottosegretario Nannicini sarà senza senza alcuna garanzia reale, come richiesto per i mutui, e con gli interessi a carico dello Stato - da restituire successivamente a rate una volta raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia. La platea di potenziali interessati, secondo il governo, comprende tre categorie di persone: chi ha perso il lavoro e non trovandone un altro preferisce andare in pensione con una penalizzazione sull'assegno, chi semplicemente preferisce anticipare l'uscita accettando una penalizzazione, infine chi lavora in un'azienda in corso di ristrutturazione. Terminato il periodo del prestito, prevista poi l'applicazione di una detrazione fiscale che per i redditi più bassi dovrebbe coprire una parte della penalizzazione e quindi anche del capitale prestato nel periodo di anticipo.

Assegni più alti per i pensionati al minimo
Non solo Ape. Uno degli obiettivi degli interventi anticipati in linea di massima dal premier nelle ultime settimane è anche l'incremento delle pensioni minime, che il governo giudica «toppo basse»: oggi i trattamenti medi si aggirano sui 500 euro al mese. L'idea è quella di estendere ai pensionati al minimo il bonus Irpef da 80 euro ma individuando criteri selettivi - come il reddito pensionistico complessivo del nucleo familiare o una gradualità con riferimento agli assegni sociali) per ridurre la platea dei beneficiari.

Lavori usuranti, norme semplificate per il ritiro anticipato
Tra le misure sul tavolo del ministero del ministero del Welfare anche una generale semplificazione delle norme che oggi consentono il ritiro anticipato ai lavoratori esposti ad attività usuranti, come per esempio i lavoratori dell'amianto. La semplificazione della normativa è considerato un passo obbligato perché l'attuale sistema delle quote (riferimento all'insieme di età e contributi, minimo 35 anni) si è dimostrato eccessivamente rigido, creando un tappo di bottiglia normativo che ha di fatto limitato l'accesso alla misura. Per i lavoratori dipendenti quest'anno la quota minima da raggiungere è 97,6, con almeno 61 anni e 7 mesi di età. Per gli autonomi la pensione scatta invece a quota 98,6 con almeno 62 anni e 7 mesi di età. Non è escluso anche un incremento degli stanziamenti a favore del part-time agevolato in uscita per i lavoratori prossimi alla pensione, «se ci saranno più richieste del previsto», come ha spiegato il ministro del Lavoro Luciano Poletti.

“L’uscita flessibile e sostenibile verso il sistema pensionistico può aiutare anche i giovani”

Tito Boeri 

Riscatto flessibile per gli anni all'università
In corso di valutazione da parte anche l'ipotesi di intervenire sul riscatto della laurea, cioè il versamento dei contributi per gli anni di studio universitario in modo da avvicinare il momento della pensione. «Credo sia importante rivedere il meccanismo di riscatto della laurea». Una misura sollecitata in particolare dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che la considera «un passo importante» perché «oggi riscattarla è impossibile per tanti lavoratori». L'ipotesi è quella di rendere flessibile il riscatto potendo scegliere non solo il numero degli anni da recuperare, ma pure la somma da versare e quindi l'effetto sull'assegno futuro.

Il pressing del presidente Inps Boeri
Tra i fattori da tener in conto per comprendere lo scenario che accompagna la riforma della flessibilità previdenziale non bisogna dimenticare il pressing della presidente dell'Inps Tito Boeri da tempo convinto che «l'uscita flessibile e sostenibile verso il sistema pensionistico può aiutare anche i giovani», perché «le riforme delle pensioni hanno avuto un impatto negativo sull'entrata nel mondo del lavoro dei giovani». Come ha spiegato in un recente incontro sul futuro del mercato del lavoro promosso dall'università Luiss di Roma il «brusco innalzamento dell'età pensionabile» previsto dalla legge Fornero ha portato nelle imprese private «alla perdita di circa 37mila assunzioni di giovani nel triennio 2011-2014», laddove, nello stesso periodo, «avremmo potuto assumere oltre 650 persone al netto di altri blocchi come quello del turnover». Tra i pregi della flessibilità anche il fatto che permetterebbe «alle persone demotivate di uscire dal mondo del lavoro migliorando la competitività delle imprese», perché «tenere lavoratori poco motivati e improduttivi è un costo per le imprese», ha concluso Boeri.

L’Istat conferma: in crescita l’età media di pensionamento
La necessità di un intervento sulla flessibilità trova conferma anche dai dati sulla situazione previdenziale del paese contenuti nel Rapporto annuale Istat 2016, da poco pubblicato. Secondo l'Istituto di statistica, tra il 2003 e il 2014 l'età di pensionamento si è progressivamente innalzata, e «l'età media dei nuovi pensionati di vecchiaia è passata da 62,8 a 63,5 anni, quella mediana da 60 a 62». In crescita anche il numero di anni di contribuzione con cui si arriva al pensionamento. «Tra i nuovi pensionati di vecchiaia – si legge nel Rapporto Istat - l'incidenza di coloro che hanno versato contributi per non più di 35 anni scende dal 54,9 al 37,5% tra il 2003 e il 2014, quella di chi ha versato contributi per un periodo compreso tra i 36 e i 40 anni passa dal 37,6 al 33,7%, mentre per chi ha percorsi contributivi superiori ai 40 anni l'incidenza si quadruplica, passando dal 7,6 al 28,8 per cento».

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