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Ocse: «Italia in ripresa ma necessari più investimenti»

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outlook semestrale

Ocse: «Italia in ripresa ma necessari più investimenti»

PARIGI - Nel suo outlook semestrale, l'Ocse conferma per l'Italia le stime di crescita indicate nel rapporto intermedio di febbraio (+1% quest'anno, previsione ridotta dello 0,4% rispetto al novembre scorso, e +1,4% nel 2017), ribadisce che il Paese è sulla strada giusta ma avverte che non bisogna assolutamente allentare gli sforzi.

Si tratta di una previsione che per il 2016 è più bassa rispetto a quella del Governo (+1,2%) ma in linea con quella del Fondo monetario, mentre Bruxelles immagina un +1,1 per cento. Per quanto riguarda invece l'anno prossimo, è la stessa del Governo e migliore rispetto a quelle del Fmi (+1,1%) e della Commissione (+1,3%).

LE STIME GLOBALI
Variazione del Pil in percentuale

L'Ocse prevede inoltre un ratio deficit-Pil del 2,3% quest'anno e del 2% l'anno prossimo (rispetto a -2,2% e -1,6% in novembre), un debito in calo nel 2016 (132,8% del Pil rispetto al 133,5%) e sostanzialmente invariato nel 2017 (131,9% rispetto a 131,8%) e un tasso di disoccupazione rispettivamente all'11,3% (era stimato all'11,7% in novembre) e al 10,8% (11%).

«Dopo un rallentamento a fine 2015 – scrive nel suo rapporto l'organizzazione parigina – la ripresa dovrebbe consolidarsi, trainata dai consumi privati e, in minor misura, da una crescita pur modesta degli investimenti, mentre anche la produzione industriale riparte. Gli investimenti sono però ancora frenati dalle difficoltà di accesso al credito. Le iniziative del Governo per la creazione di un mercato secondario per i crediti a rischio, i non-performing loans, e il risanamento dei bilanci bancari rappresentano una pre-condizione importante perché si rafforzi l'offerta di credito e quindi l'investimento».

“I progressi nelle riforme strutturali contribuiscono a migliorare le prospettive di crescita. Ma l'Italia deve fare di più per aumentare la produttività e rendere le misure più inclusive”

 

I progressi nelle riforme strutturali contribuiscono a migliorare le prospettive di crescita. Ma l'Italia deve fare di più per aumentare la produttività e rendere le misure più inclusive. In particolare rendendo operativa l'Agenzia sulle politiche attive del lavoro prevista dal Jobs Act e coordinando meglio le politiche del lavoro e le richieste del mercato».

I PREZZI IN ITALIA
L'inflazione. Variazione % annuale

L'Ocse sottolinea infine i rischi dell'impatto di un eventuale Brexit, evidenzia le possibilità che si sono create con la flessibilità ottenuta da Bruxelles e ricorda che «eventuali ritardi nel programma di investimenti pubblici e riduzione della spesa, che sarà necessaria per sostituire l'aumento della fiscalità indiretta previsto per il 2017, avrebbero l'effetto di rallentare la crescita e aggravare la situazione del budget».

Quanto allo scenario generale (con un aumento del commercio mondiale drasticamente rivisto al ribasso sia quest'anno, dal 3,6% di novembre al 2,1%, sia nel 2017, dal 4,8% al 3,2%), l'organizzazione parla ancora una volta di crescita «molle», alla quale far fronte con politiche nazionali coordinate che privilegino investimenti produttivi e riforme strutturali, per raccogliere il testimone di «strumenti di politica monetaria già fin troppo sollecitati».

«Un nuovo allentamento monetario – scrive l'Ocse – potrebbe rivelarsi meno efficace rispetto al passato e in alcune circostanze persino controproducente».
L'outlook conferma una previsione di crescita mondiale del 3% quest'anno e del 3,3% l'anno prossimo, con gli Stati Uniti in lieve rallentamento nel 2016 (+1,8% rispetto al 2% di febbraio) e stabili nel 2017 (+2,2%) e un'Eurozona appena più brillante quest'anno (+1,6% rispetto a +1,4%) e stabile nel 2017 (+1,7%). Il tasso di disoccupazione della zona euro è previsto al 10,2% quest'anno (meglio del 10,4% di novembre) e al 9,8% (inalterato) per l'anno prossimo.

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