L'incontro tra il candidato populista alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader leghista in trasferta in Usa Matteo Salvini, con tanto di stretta di mano e foto d'occasione ai margini di una manifestazione elettorale, risale al 25 aprile scorso. Per Salvini, l'occasione per sottolineare i suoi legami con la destra anti-immigrati d'oltreoceano rappresentata dal tycoon newyorkese. Peccato che oggi Trump preferisca smentire l'incontro e soprattutto ogni ipotesi di “relazione speciale” con il segretario del Carroccio. «Non l'ho incontrato», avrebbe infatti assicurato Trump a Michael Wolff, giornalista autore dell’intervista al prossimo candidato alla presidenza dei Repubblicani pubblicata ieri su The Hollywood Reporter. Parole nette che incrinano notevolmente il successo d'immagine di Salvini.
Incontro raccontato anche dal Wall Stret Journal
«Ho visto sul Wall Street Journal che Trump si era incontrato con Salvini e sono subito entrato in argomento, gli ho chiesto come si vede rispetto ai movimenti politici europei più a destra e ho specificamente citato Le Pen in Francia e Matteo Salvini in Italia, che, gli ho detto, mi sembra abbia incontrato», ha raccontato oggi Wolff intervenendo ad America24 di Mario Platero su Radio 24, riferendosi all'incontro Salvini-Trump nei pressi di Filadelfia. A quel punto, ha proseguito il giornalista, «Trump ha subito detto: “Non è vero non l'ho incontrato e non avrei voluto incontrarlo”.
“Trump ha subito detto: «Non è vero non l'ho incontrato e non avrei voluto incontrarlo»”
Michael Wolff, giornalista
Gli ho detto di aver visto la notizia sui giornali, e ha semplicemente ripetuto: “Non l'ho incontrato”. Questo è stato in sostanza quello che ci siamo detti. Mi è sembrato chiaro che non volesse parlare dei politici europei, e di certo voleva chiarire di non aver avuto una relazione di nessun genere con Salvini».
Trump «esempio perfetto dell’autocelebrazione»
«L'impressione che ho avuto io durante questa nostra lunga conversazione - ha aggiunto Wolff - è che Trump vuole liberarsi di qualunque cosa che possa distogliere l'attenzione da se stesso. In sostanza non diceva soltanto “non lo conosco, non l'ho incontrato” ma diceva anche “di questo non me ne importa nulla parliamo di me”». A Platero che gli chiedeva se Trump sia uguale agli esponenti della destra europea Wolff ha risposto: «Non credo lo sia. Provo a descriverlo, Trump non è affatto interessato alla politica o alle opinioni politiche, non ha né una politica né una sua ideologia. La sua intera motivazione elettorale ruota attorno a se stesso.
“Trump? «Tutta la sua credibilità si fonda sul fatto che lui è una persona straordinaria, non perché creda in cose eccezionali, attenzione, ma perché la gente pensa che lui sia una persona fuori dal comune»”
Michael Wolff, giornalista
Tutta la sua credibilità si fonda sul fatto che lui è una persona straordinaria, non perché creda in cose eccezionali, attenzione, ma perché la gente pensa che lui sia una persona fuori dal comune. È l'esempio perfetto dell'auto celebrazione, dell'intrattenitore».
«Non credo che Trump possa vincere a novembre»
Un'altra domanda di Platero riguarda la possibilità o meno di fidarsi di Trump. La risposta di Wolff è sincera: «Credo sarebbe un straordinario atto di fede fidarsi di qualcuno le cui idee, opinioni e punti di vista cambiano in ogni momento. Puoi essere certo che otterrà molti consensi, che attirerà l'attenzione di un numero elevatissimo di persone, che sarà come un incantatore sul palco. Non credo però che potrà essere in grado di impostare una vera e propria linea di governo, queste è una differenza non da poco». E aggiunge: «Non credo che possa vincere a novembre. Penso che rappresenti un'idea talmente assurda di quel che dovrebbe essere un uomo politico, o di un nuovo modo radicale di fare la politica che alla fine la maggioranza degli americani non avrà il coraggio di passare su quello, potranno trovarlo ipnotico e divertente ma nessuno puo' pensare che potrà gestire la macchina del governo».
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