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Sui furbetti del cartellino della Pa l'occasione per andare oltre gli…

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L'Analisi|L’ANALISI

Sui furbetti del cartellino della Pa l'occasione per andare oltre gli annunci

La lotta all'assenteismo negli uffici pubblici è un cavallo di battaglia per tutti i governi, che con i tanti interventi sul tema hanno spesso guadagnato titoli di giornale e puntate dei talk show per poi scoprire, dopo un po' di tempo, che passata l'onda il problema era rimasto tale e quale.
Il decreto Madia, nato in risposta al "caso Sanremo" sintetizzato dall'immagine del vigile che timbrava in mutande ma sfociato in un'indagine che ha riguardato la metà dei quasi 600 dipendenti del Comune del festival, non sfugge a questa dinamica, ma ha la possibilità di superare il piano degli annunci per raggiungere qualche risultato concreto. L'obiettivo è chiaro: sospensione in 48 ore e licenziamento in 30 giorni per chi timbra e poi va al bar o a fare la spesa, e super-sanzioni ai dirigenti che si rivelano troppo lenti nel far scattare il procedimento disciplinare.

Più della polemica politica, che accompagna sempre provvedimenti di questo tipo e che si fa ancora più accesa alla vigilia di una complicatissima riapertura dei rinnovi contrattuali, è utile guardare la discussione tecnica, che si è sviluppata soprattutto fra consiglio di Stato e commissioni parlamentari, per evitare un paradosso: se si stringono troppo i tempi senza definire in modo puntuale le procedure, il rischio è di fare un favore a chi sa muoversi meglio nelle pieghe delle procedure, e può difendersi ritardando i tempi e facendo decadere il procedimento disciplinare per eccesso di ritardi. Il governo sembra disposto a rivedere i meccanismi più incerti, e fa bene: altrimenti, quando fra qualche mese si tireranno le prime somme, il danno d'immagine sarà molto più pesante di quello che la Corte dei conti contesta di solito ai pochi assenteisti che condanna.

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