«Ho legato la mia permanenza al governo all’approvazione delle riforme nel referendum di ottobre e mi hanno accusato di aver personalizzato. Adesso gli stessi vorrebbero legare il governo al voto di alcune realtà municipali? Ma non scherziamo. Nessun Paese del mondo civile fa così. Si rassegnino: le elezioni amministrative sono un passaggio locale». Al Corriere della Sera, il premier Matteo Renzi assicura che «andremo avanti con il cambiamento. E ci sarà spazio per ridurre le tasse».
I banchetti per il sì alle Feste dell’Unità
«Io ho preso i fischi dal primo giorno e continuerò a prenderli, mettendo la faccia ovunque». Alla domanda se non tema che dopo il 5 giugno si rinsaldi e allarghi un ampio schieramento contro di lui, Renzi replica secco. «Non mi fa paura chi fa politica contro qualcuno. Se c’è una novità che ho portato, fin dall’inizio del travagliato rapporto con Berlusconi, è stata quella di fare politica per un’idea e non contro un nemico. Io penso che gli italiani siano molto maturi, più dei politici e più dei raffinati commentatori. Al referendum sulla scheda c’è la possibilità di avere un Paese più semplice o di mantenere il sistema com’è». Quindi, a Bersani che chiede di non mettere i banchetti per il Sì alle Feste dell’Unità, Renzi fa sapere: «Dovrei vergognarmi delle cose fatte? Avremo i banchetti per il sì al referendum». «È ovvio - tornando quindi sulle comunali - che il Pd anche in caso di vittoria in queste elezioni deve affrontare un problema interno. Non si può continuare con un gruppo che tira e altri che lavorano per dividere».
Le polemiche sull’allargamento a Verdini
«Se proprio vogliamo trasformarlo in un voto di protesta - osserva Renzi - , diciamo che chi non ci vota più per colpa mia mi accusa di aver mediato e discusso fino allo sfinimento con tutti nel Pd». E poi l’altro fronte di polemica interna, l’apporto di Ala. Per il premier l’alleanza con Verdini «criticata dalla minoranza, nasce dal fatto che nel 2013 si sono perse le elezioni. E con Verdini quel gruppo dirigente ha governato e tentato un’intesa sulla legge elettorale».
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