
Nel 2015 il ministero dell’Economia ha incassato 1.663 milioni di euro di dividendi dalle società partecipate. Il consuntivo arriva dal ministro Pier Carlo Padoan nell’audizione a Montecitorio convocata dalla commissione Affari costituzionali del Senato e dalla commissione Bilancio della Camera sullo schema di decreto legislativo con il testo unico per le società a partecipazione pubblica. E con esso c’è la segnalazione del «contributo in tema
di finanza pubblica» derivante dalla «buona gestione» delle partecipate. Il numero infatti «indica come la gestione sia improntata all’efficienza».
La finalità dei piani di «razionalizzazione» è quella di «semplificare e ridurre il numero delle partecipazioni pubbliche strumentale ad una serie di altri obiettivi: la riduzione della spesa pubblica, il recupero di efficienza e trasparenza oltre che, in caso di cessione di partecipazione, la riduzione del debito pubblico e il sostegno al finanziamento tramite strumenti di mercato».
Un successo la privatizzazione di Poste, l’Italia attrae
La privatizzazione di Poste italiane «può essere considerata un successo. Si tratta della prima grande quotazione di una controllata del ministero dell’Economia dopo quindici anni e la maggiore quotazione in Europa nel 2015». Secondo Padoan «la quotazione in Borsa ha costituito un’opportunità per aumentare l’efficienza del gruppo Poste italiane e per sfruttare al meglio il ruolo dell’innovazione come leva per la crescita». La domanda è stata pari a più di tre volte l’offerta globale, «hanno aderito non solo numerosi piccoli risparmiatori, fra cui molti dipendenti, ma anche grandi investitori istituzionali esteri e italiani. L’elevata partecipazione degli investitori qualificati mostra come l’Italia stia diventando, in misura crescente, un luogo dove è attraente investire grazie alla stabilità finanziaria e istituzionale e alla accresciuta fiducia dei mercati, alimentata dalle riforme strutturali».
I prossimi passi in agenda
Grazie ai risultati incoraggianti all’attivo il governo conferma dunque il programma immaginato. Immediata sarà la quotazione di Enav, subito dopo
arriverà la seconda operazione sulla società guidata da
Francesco Caio e poi, a seguire, quella su Ferrovie dello Stato.
Madia: sì gestione esuberi partecipate su base regionale
«Abbiamo predisposto meccanismi per assicurare l’applicazione delle norme» e dunque «non cambieranno le sanzioni» previste per gli enti inerti. È quanto assicura invece la ministra della Pa, Marianna Madia, in audizione a Montecitorio sul decreto partecipate pubbliche. Apertura poi dell’esecutivo a una eventuale gestione delle eccedenze a livello territoriale più prossimo. «Anche a livello regionale», come suggerito anche dalla Conferenza unificata. Madia chiarisce inoltre come, mediante l’intervento legislativo, non si siano fatti «tagli lineari ma si sia proceduto attraverso una cernita». C’è «la volontà politica di non ripianare le perdite con i soldi di tutti» garantendo l’intervento pubblico solo laddove sussista «un piano serio di rilancio». Quanto alla Corte dei conti, nessuna volontà «di limitarne i poteri».
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