Giovane manager, mamma da pochi mesi con la vocazione della politica, Chiara Appendino. Ha battuto in maniera netta Piero Fassino, uomo forte del Pd, ex ministro, amministratore di lungo corso. La candidata del Movimento Cinque Stelle a Torino ha 32 anni, compiuti in piena campagna elettorale, Fassino di anni ne ha più del doppio. Lei in Consiglio comunale è entrata cinque anni fa, insieme a Vittorio Bertola che nel 2011 aveva corso, lui, come candidato alla poltrona di sindaco, rimasto in ombra questa volta, nella corsa della sua “compagna” di banco in sala Rossa.
Fassino è arrivato alla poltrona di sindaco di Torino nel 2011, dopo aver fatto il ministro, due volte, il segretario dei Ds e l’inviato dell’Ue in Birmania. Chiara Appendino si è fatta le ossa all’opposizione, alle spalle una laurea alla Bocconi di Milano, un lavoro, per due anni, alla Juventus e l’impegno nella società di suo marito, che di mestiere fa l’imprenditore. È un’outsider, certo, ma con una formazione da manager e un padre impegnato in prima linea in una delle aziende piemontesi più importanti nel settore della meccatronica, Prima Industrie, presieduta dall’attuale presidente di Confindustria Piemonte, Gianfranco Carbonato.
La voglia di cambiare e di scardinare il “sistema Fassino” ha rappresentato il tema di fondo di tutta la campagna elettorale di Chiara Appendino. Tra lei e l’ex sindaco non sono mancati aspri botta e risposta in aula, durante i lavori del consiglio comunale. Come quando il sindaco Fassino le diede della “Giovanna d’Arco”. È stata scelta come candidato per il Movimento durante un’assemblea tra attivisti e nel suo primo discorso da sindaco in pectore ha parlato sempre e solo di Torino e dei torinesi. Senza citare i vertici nazionali del Movimento. Eppure guiderà la seconda grande città italiana, dopo Roma, per i Cinque Stelle.
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