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Squitieri: grazie a spending «severa» risparmi per 10 miliardi da…

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CORTE DEI CONTI

Squitieri: grazie a spending «severa» risparmi per 10 miliardi da redditi Pa

(ansa)
(ansa)

La Corte dei conti “promuove”, almeno in parte, le recenti politiche di spending review. Lo sforzo di contenimento della spesa pubblica degli ultimi anni , ha sottolineato questa mattina il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, nella Relazione sul rendiconto finanziario dello Stato 2015, «appare assai severo», soprattutto sulle spese «che più incidono sul funzionamento delle amministrazioni e sui servizi resi ai cittadini». Tra 2010 e 2015, in particolare, la spesa per i redditi da lavoro dipendente nella Pa è diminuita in valore assoluto «a oltre 10 miliardi». L'azione di riequilibrio dei conti pubblici si è tradotta anche in risparmi «molto rilevanti» della spesa per interessi sul debito.

Investimenti pubblici penalizzati da politiche di rientro
Nella relazione con cui ha aperto l'udienza delle Sezioni Riunite della magistratura contabile per il giudizio di parificazione del Rendiconto Generale per l'esercizio finanziario 2015, presso la sede centrale della Corte dei Conti a Roma, Squiteri rileva come «l'uscita dalla stretta emergenza finanziaria e l'auspicio di una ripresa economica più solida» abbiano permesso «di predisporre correttivi a manovre di taglio che, alla lunga, stavano mostrando effetti insostenibili». Tra i bersagli del presidente Squitieri «l'urgenza, talvolta affannosa, di realizzare un rigido percorso di rientro verso l'equilibrio di finanza pubblica», che ha reso più difficile il bilanciamento con le esigenze, anch'esse pressanti, di salvaguardia di politiche pubbliche vitali». Su questo fronte Squiteri ha citato il «continuo assottigliarsi in questi anni della quota di risorse pubbliche destinate alle infrastrutture e in generale alle opere pubbliche che in questo caso vede l'Italia in coda alla graduatoria europea. Una tendenza comune tanto all'amministrazione centrale quanto agli enti locali».

Buscema: per spending review ancoramargini di miglioramento
All’intervento introduttivo di Squiteri è seguita la relazione del presidente delle Sezione Riunite, Angelo Buscema, che ha registrato gli «ulteriori margini di miglioramento» per quanto riguarda i risparmi da spending review. Secondo Buscema, dopo l'abbandono dei tagli lineari, la revisione selettiva delle spesa dei ministeri «non ha inciso sui livelli». Quindi «resta attuale la necessità di una revisione attenta di quanto può o non può essere a carico del bilancio dello Stato in un processo di selezione della spesa attento a non incidere negativamente sul potenziale di crescita».

In Italia crescita Pil ancora troppo modesta
Altro tema della relazione Buscema l’altissimo debito pubblico, «l’elemento di maggiore vulnerabilità dell'economia italiana», che impone alla politica economica «un dosaggio molto attento nel conciliare interventi di sostegno della crescita e di stabilizzazione del ciclo economico e interventi che assicurino un rientro del debito in tempi certi, fondamentale per le aspettative dei mercati». Quanto al Pil, il «recupero della crescita, dopo la lunga crisi», appare «ancora troppo modesto e, soprattutto, in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali paesi europei».

Riorganizzazione Pa «defatigante e disordinata», bene la riscossione
Alzando la lente sul riordino degli assetti organizzativi della Pa, Buscema ha parlato di «processo defatigante, continuo e disordinato», che in alcuni casi si è sovrapposto negativamente « ad analoghi percorsi derivanti dalla ridefinizione delle competenze dei ministeri ovvero dalla costituzione di Enti e Agenzie nazionali». Anche il processo di riduzione della rete periferica degli uffici dei ministeri «è stato sinora troppo timido e ha, in definitiva, inciso solo sui vertici degli uffici». Positivo invece il giudizio di Buscema sull'attività di riscossione, che nel 2015 ha registrato un ulteriore aumento (dell'11,2% per gli incassi da ruoli), «nonostante il perdurare di un quadro socio-economico condizionato da una non positiva fase congiunturale e gli effetti prodotti da una legislazione che, nell'intento di accrescere le tutele dei debitori, ha finito per incidere sull'operatività degli agenti della riscossione». Le entrate complessive da riscossione sono state di 549 miliardi di euro ( +4,5%).

Pg Colella: enti Pa ipertrofici, urge sfoltimento
Oltre alla riforma della Pa, giudicata ancora tropppo timida e disordinata, la censura della magistratura contabile tocca anche il capitolo degli enti inutili. Per il Pg Martino Colella ooccorre al piu’ presto eidimensionare «l'attuale ipertrofia» che caratterizza enti e strutture della Pa, «comprese le autorità indipendenti)». Il sovradimensionamento degli enti statai o parastatali richiede, «più che l'avvicendarsi di generiche, e spesso contraddittorie previsioni di riduzione o razionalizzazione, la cui attuazione è sostanzialmente lasciata alla mera discrezionalità se non all'arbitro delle amministrazioni centrali o locali interessate» di una «concreta attività di sfoltimento» a partire «dai casi in cui è più evidente la duplicazione delle competenze e la sostanziale mancanza di un interesse pubblico attuale alla loro esistenza».

Pensione in vista per Squitieri
Quella di oggi è l'ultima deliberazione sul Rendiconto generale dello Stato presieduta da Squitieri. Giunto alle soglie della pensione - compirà 75 anni il prossimo 5 luglio - Squitieri lascerà infatti a breve la poltrona di presidente della magistratura contabile, che occupa dal 24 novembre 2013. La nomina del successore sarà all'ordine del giorno di uno delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri, che si muoverà su indicazione della stessa Corte dei conti. Il candidato in pole al momento è l'attuale presidente aggiunto della Corte, il presidente di sezione Arturo Martucci di Scarfizzi.

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