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Stabilità, Calenda: «Serve una legge che punti sugli…

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Stabilità, Calenda: «Serve una legge che punti sugli investimenti»

L'Italia «ha bisogno di fare una Finanziaria dallo sguardo lungo che punti sugli investimenti. Lo stimolo dei consumi è chimerico in una fase di incertezza. Se c'è incertezza la gente risparmia». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, intervenendo oggi a Roma alla presentazione del Global outlook dell'Istituto affari internazionali (Iai), alla quale hanno partecipato, tra gli altri, anche il vicepresidente Iai, Fabrizio Saccomanni, e Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria per l'internazionalizzazione.

Calenda: «Puntare sugli investimenti»
Per Calenda il focus sugli investimenti «è il salto da fare». «Quando dico investimenti - ha aggiunto - dico investimenti pubblici e privati con incentivi» mirati. «La discussione sulla flessibilità mi nausea», ha evidenziato Calenda parlando di quanto sta avvenendo in ambito europeo. «Va fatto un discorso sulla competitività - ha aggiunto -, se non facciamo un discorso sugli investimenti abbiamo un problema politico enorme».
Parlando poi del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), l'accordo di libero scambio tra Ue e Usa, il ministro ha detto che probabilmente non si farà: «sarà molto difficile e sarà una sconfitta per tutti».

Saccomanni: «Indispensabile una riforma della governance Ue»
«Le prospettive dell'economia dell'Ue alla fine del semestre europeo non sono incoraggianti» e sono «gravate da alti rischi» ha detto Saccomanni, che nel suo intervento ha fatto anche una valutazione dello stato della riforma della governance economica in Europa. Il processo innovativo lanciato nel 2012, ha piegato l'ex ministro, si è poi di fatto arrestato nel 2015 di fronte alle nuove emergenze delle migrazioni di massa e del terrorismo. Ma secondo Saccomanni «soluzioni permanenti» a queste emergenze «non potranno essere trovate se non con misure che avranno implicazioni significative per i bilanci dei paesi membri e dell'Unione» e dunque «una riforma della governance - ha aggiunto - è indispensabile per evitare che si vada verso una violazione collettiva delle regole fiscali europee per effetto di misure individuali assunte in modo non coordinato».

Confindustria: «Agire subito per non perdere l'Europa»
«È il momento di agire perchè se non si agisce subito questa Europa ce la perdiamo per sempre». Così ha detto la vicepresidente di Confindustria, spiegando che «serve una stagione di un nuovo costituente per l'Europa. La sterlina debole può fare del male a Paesi manifatturieri come l'Italia: bisogna affrontare subito con decisione questi temi. Ci si interroga su quando deve uscire la Gran Bretagna dall'Ue ma non si guardano i problemi dei cittadini».
Parlando poi più in generale del quadro globale e italiano delineato dal rapporto dello Iai, Mattioli è voluta partire da «un dato positivo: il 2015 è stato un anno record per l'export. Si sono raggiunti 413,8 miliardi di export, pur in un anno difficile e complicato, con un +4%. Per la prima volta abbiamo fatto un'azione combinata governo e Ice». E «su questo punto - ha aggiunto - voglio ringraziare il ministro Calenda che è venuto a chiederci cosa l'industria voleva per l'internazionalizzazione. Gli imprenditori, aiutati dal sistema Paese, possono fare ancora meglio».

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