Misure orientate alle Pmi, interventi di formazione professionale, accelerazione sulla banda ultralarga. Sono alcune delle conclusioni dell'indagine conoscitiva della commissione Attività produttive della Camera su «Industria 4.0: Quale modello applicare al tessuto industriale italiano». Il documento conclusivo è stato presentato questo pomeriggio presso la Sala della Regina di Montecitorio, con interventi di Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, Lorenzo Basso, deputato dem, relatore del documento conclusivo. Ha coordinato Luca De Biase, responsabile di Nova 24 del Sole 24 Ore.
Calenda: piano investimenti in finanziaria
Su Industria 4.0 «ci stiamo orientando su un grande piano di investimenti in finanziaria» per sostenere l’innovazione, ha annunciato il ministro Calenda, che ha aggiunto: «Il tema degli investimenti è fondamentale per i prossimi mesi. La prossima finanziaria dovrà essere una finanziaria dal pensiero lungo come un orizzonte di medio-lungo termine. Siamo di fronte - ha spiegato - a un grandissimo salto tecnologico e culturale che rischia di spiazzarci non solo dal punto di vista della competitività ma anche dal punto di vista di capire meglio i fenomeni che ci circondano».
Paura della modernità si cura con forte politica di investimenti sulla cultura e sulla competitività #industria40
– Carlo Calenda(CarloCalenda)
Calenda ha annunciato poi che «nella prima settimana di agosto ci sarà la presentazione delle prime misure» che il governo è intenzionato ad adottare su Industria 4.0. E ha precisato che il governo sarà «selettivo sulle iniziative da sostenere».
Boccia: innovazione fondamentale per salto qualità
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha invitato a «riportare la questione industriale al centro dell’attenzione del Paese». E ha parlato di investimenti in innovazione tencnologica «fondamentali per fare un salto» di qualità. Sicché va portato «l’intero sistema industriale in questa direzione, superando il deficit di competitività del nostro Paese». A partire da un recupero di produttività, reso tanto più necessario «dall’intenzione della Gran Bretagna di ridurre le tasse e dal gap competitivo che registriamo con la Germania».
«Cavalcare rivoluzione industriale, Italia sia boutique del mondo»
Grazie all'innovazione tecnologica, «l’industria italiana può diventare la “boutique del mondo” producendo prodotti sartoriali con una qualità artigianale elevata, in una dimensione industriale». Non è solo una questione tecnologica «ma culturale» e «grazie ai cambiamenti tecnologici - ha spiegato il presidente di Confindustria - possiamo offrire prodotti sempre più personalizzati in chiave industriale». Sicché «l'Italia può e deve cavalcare la quarta rivoluzione industriale». Boccia ha segnalato anche la necessità di “crescere” per le imprese («piccolo non è più bello, è una condizione da superare»). E ha spiegato che «i minibond sono importanti, ma sono strumenti di debito, invece aprire il capitale delle imprese significa farle crescere senza debito. La leva fiscale in questo senso potrebbe aiutare».
Una cabina di regia per la digitalizzazione
L'indagine presentata oggi individua cinque pilastri sui quali costruire una strategia Industria 4.0, con la premessa che dalle esperienze internazionali già avviate si possono trarre spunti utili, ma non modelli da copiare. Prioritario è che il piano governativo (Calenda ha preannunciato che sarà presentato la prima settimana di agosto) si adatti alle peculiarità del tessuto produttivo del made in Italy. Secondo le conclusioni, la digitalizzazione dell'intero settore industriale richiede un vero sforzo di sistema.
Di qui la necessità di organizzare una governance pubblico-privata realizzando (primo pilastro) una cabina di regia governativa, con finalità analoghe alla Piattaforma 4.0 creata in Germania, ma con una struttura più snella e flessibile. Alla guida, secondo la proposta, potrebbero essere chiamati la presidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo, con il coinvolgimento però anche del ministero dell'Istruzione, dell'Economia e di rappresentanti di Regioni, enti locali, mondo imprenditoriale, scientifico e sindacale. Calenda ha annunciato che la cabina di regia tra governo e imprese partirà la prossima settimana. Ma ha specificato che solo in un secondo momento potrebbero essere coinvolte le Regioni.
“Il tema degli investimenti è fondamentale per i prossimi mesi”
Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico
Banda ultralarga prioritaria
Il secondo pilastro entra nel concreto, con un messaggio all'esecutivo sul piano per la banda ultralarga: fare presto e, se possibile, anche di più. Solo una rete ultrabroadband ben diffusa, soprattutto nelle aree industriali, può abilitare cambiamenti radicali nei processi produttivi. E il pur ambizioso obiettivo del governo - di assicurare all'85% della popolazione la connessione ad almeno 100 megabit entro il 2020 - viene giudicato un punto di partenza, viste le connessioni superiori a un gigabit progettate in Usa, Corea del Sud, Germania. Viene sollecitato inoltre lo sviluppo e la diffusione delle reti wireless di quinta generazione, delle reti elettriche intelligenti, dei Dih (Digital innovation hubs) e di una Pubblica amministrazione digitale.
Gli altri pilastri: formazione, ricerca e innovazione
Il terzo pilastro punta sulla formazione per le nuove competenze digitali. Nel documento si distingue tra una formazione professionale di breve periodo rivolta principalmente alla riqualificazione del personale che svolge attività a rischio di rapida obsolescenza e al recupero della grande quantità di Neet (né occupati né coinvolti in formazione); e una formazione professionale che nel medio periodo potrà invece essere rivolta alle imprese con il coinvolgimento del “middle management”, con possibili e auspicate conseguenze sulla crescita dimensionale delle aziende. Il quarto pilastro è rappresentato dal rafforzamento della ricerca, sia nell’ambito dell’autonomia universitaria che nei centri internazionali. La “open innovation” è il quinto pilastro individuato, sul quale fondare la «via italiana» all’Industria 4.0, basata su un sistema che protegga e promuova il made in Italy.
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