Italia

Papa: gestione beni all’Apsa, vigilanza alla Segreteria

  • Abbonati
  • Accedi
finanze vaticane

Papa: gestione beni all’Apsa, vigilanza alla Segreteria

Separazione netta tra amministrazione dei beni della Santa Sede e le funzioni di controllo. Papa Francesco interviene nuovamente sul complesso tema delle finanze vaticane e con un Motu Proprio – la forma più forte di “decretazione” – stabilisce in modo definitivo le competenze e i poteri, che coinvolgono la Segreteria dell'Economia (Spe), nata nel febbraio 2014 e affidata alla guida del cardinale George Pell, e l'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, presieduta dal cardinale Domenico Calcagno. L'Apsa, da molti anni, è la depositaria del patrimonio immobiliare - 3/4 miliardi la stima non ufficiale del valore dei beni “liberi” da vincoli funzionali – e la cassaforte del portafoglio finanziario: nella fase iniziale della riforma queste competenze erano state affidate alla Spe, e successivamente le erano stato tolte e riportate alla sua cura originale.

Questo aveva creato non poche frizioni dentro i Sacri Palazzi, alimentando polemiche strumentali rimbalzate poi sulla stampa. Ora Francesco, che sa bene come stanno le cose, interviene nel processo di assestamento della riforma, chiarendo: la gestione dei beni è dell'Apsa, alla Spe tocca il controllo. «Il principio fondamentale che sta alla base delle riforme in questa materia, ed in particolare alla base del Motu Proprio odierno, è quello di assicurare la distinzione netta e inequivocabile tra il controllo e la vigilanza, da una parte, e l'amministrazione dei beni, dall'altra».

Ridimensionati i poteri della Segreteria per l'Economia
Una decisione che arriva dopo un lungo approfondimento della materia, su cui è stata impegnata una commissione ad hoc che ha consegnato le risultanze al Papa. La Segreteria per l'Economia quindi, nata come “super-dicastero delle finanze”, vede definitivamente ridotti i propri poteri iniziali fissati due anni e mezzo fa e nei fatti diventa un organismo che in Italia potrebbe essere a metà tra la Ragioneria Generale dello Stato e la Corte dei Conti, ma con competenze condivise anche con la Segreteria di Stato, il Revisore Generale - ufficio pure nato con la riforma del 2014, assieme al Consiglio per l'Economia, guidato dal cardinale Reinhard Marz - e sempre sotto la guida del Papa, che fissa i criteri e comunque interviene direttamente sulle decisioni di maggiore entità, come accaduto sempre con Papa Francesco (anche per lo Ior, che è fuori da questo perimetro).
Alla Spe, quindi, spetta il controllo e la vigilanza sull'attività dell'Apsa, tra cui nel sottoporre annualmente al Consiglio per l'Economia il bilancio preventivo e consuntivo, e «approvare, in base ai criteri stabiliti dalla Superiore Autorità ogni atto di alienazione, di acquisto o di straordinaria amministrazione posto in essere dall'Apsa». Inoltre alla Sezione Amministrativa della Segreteria per l'Economia compete, sempre relativamente all'Apsa, formulare linee guida, modelli, procedure e indicare le migliori prassi in materia di appalti, e adempiere – ferme restando le competenze proprie della Segreteria di Stato, con cui nelle scorse settimane si sono visti contrasti sulla questione dell'affidamento dell'incarico di revisione alle Pwc – tutto quanto riguarda il personale, salvo il pagamento degli stipendi, che continuerà ad essere affidato all'Apsa, che mantiene quindi l'amministrazione del patrimonio immobiliare e mobiliare, gli acquisti per tutta la Santa Sede, i pagamenti, la tesoreria, gli stipendi (ma le buste paga la fa la Spe).

Il Papa sa bene che nuove queste regole qualche sussulto lo potranno produrre, magari alimentando delle polemiche strumentali su “vecchia e nuova Curia”, come si è visto chiaramente in questi mesi. Ma vuole essere chiaro e dice, nel Motu Proprio, che i cardinali - tra l'altro Pell un mese fa ha compiuto 75 anni, età in cui il Papa può decidere l'uscita di un prelato dai propri incarichi - devono andare d'accordo e collaborare sul serio, altrimenti ci pensa lui: «Per l'attuazione di quanto sopra stabilito, confido nella reciproca collaborazione dei Superiori dei due Dicasteri interessati. Eventuali questioni che dovessero sorgere saranno sottoposte alle decisioni di un mio Delegato, affiancato da collaboratori».

© Riproduzione riservata