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Polizia, in Italia uso delle armi solo come “soluzione estrema”

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documento riservato

Polizia, in Italia uso delle armi solo come “soluzione estrema”

Poliziotti, carabinieri e finanzieri hanno regole rigidissime per il ricorso alle armi. I casi continui di afroamericani uccisi dagli agenti negli Stati Uniti – il 7 luglio in Minnesota e , a Saint Paul, nei sobborghi di Minneapolis; il 6 luglio a Baton Rouge, in Louisiana – che poi hanno scatenato la rivolta e strage di Dallas di ieri (5 poliziotti uccisi, sette feriti) “non sarebbero potuti accadere in Italia” sostengono i sindacati delle forze dell'ordine.

Tra americani e italiani, le differenze nelle prassi poliziesche sono indubbie. Ma IlSole24Ore può rivelare oggi anche le ultime regole alla base dell'uso delle armi per gli agenti di polizia in Italia. E' un documento riservato messo a punto nei mesi scorsi da Alessandro Pansa quando era a capo del dipartimento di Ps – oggi guida il Dis (dipartimento informazioni e sicurezza) e ha ceduto il testimone a Franco Gabrielli – che non ammette abusi o eccessi.
Mano alla pistola, solo se inevitabile
Altro che grilletto facile: «L'utilizzo delle armi da fuoco deve considerarsi una soluzione estrema» recita, con tanto di grassetto, il punto 1.10 delle regole del dipartimento di Pubblica sicurezza. In dettagli, i principi generali sono: 1) necessità di difesa quando vi è pericolo per la vita e l'incolumità fisica propria e/o di altre persone; 2) risposta ad una resistenza attiva che mette in pericolo la vita propria e/o di altre persone; 3) immediatezza e attualità della minaccia;4) proporzionalità dell'intervento; 5) inevitabilità dell'uso delle armi.

Con una raccomandazione finale: «Non è ammesso l'uso delle armi da fuoco nel caso di fuga, a meno che questa sia realizzata con modalità tali da costituire una minaccia grave ed imminente per la vita dell'operatore e/o di altre persone». Quanto all'uso della forza fisica, «non devono essere inferti colpi sul viso o in parti vitali del corpo e non deve essere compromessa o minacciata la possibilità dell'interessato di respirare». Brucia ancora il ricordo delle morti tragiche di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi.

“L'utilizzo delle armi da fuoco deve considerarsi una soluzione estrema”

Il punto 1.10 delle regole della pubblica sicurezza 


Le altre differenze tra America e Italia
Nel distinguo tra Usa e Italia, osserva Lorena La Spina, segretario nazionale dell'Anfp (associazione nazionale funzionari di Polizia), «da noi l'uso delle armi è giustificato solo all'interno di limiti ben precisi; gli agenti sono addestrati non per eliminare il soggetto, ma vincere la resistenza e immobilizzarlo». Nel sistema americano «c'è un eccesso di durezza, ma anche il rispetto dell'autorità - osserva però Giuseppe Tiani (Siap) - lo Stato non offre tutela legale agli agenti e non abbiamo più neppure il reato di oltraggio a pubblico ufficiale».

Per Daniele Tissone (Silp Cgil), il vero problema è la diffusione delle armi negli Stati Uniti; in Italia «certo, la nostra normativa, forse troppo garantista, può mettere in condizioni di difficoltà gli operatori di polizia. Ma serve a salvare vite innocenti».

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