L’Anac fa esordire a Roma l’istituto della vigilanza integrata. Che, in altre parole, vuol dire andare a scandagliare in profondità tutti i settori dell’amministrazione per verificarne i livelli di trasparenza. Ne emerge un quadro «estremamente critico: mancata pubblicazione di dati, scarsa pianificazione e, ovviamente, gare e contratti affidati senza seguire le procedure opportune, avvantaggiando soprattutto alcune imprese». Una situazione che riguarda anche società come Atac. Il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone ha dedicato un passaggio molto ampio della sua relazione di questa mattina alla Capitale. Soffermandosi sui «numerosi e gravi profili di illegittimità» sui quali l’Anticorruzione ha iniziato a lavorare già con la vecchia struttura commissariale.
Parte la vigilanza integrata
Il presidente, nel corso del suo intervento, ha parlato di un «progetto pilota che abbiamo battezzato di vigilanza integrata». In pratica, nei confronti del Comune di Roma sono stati svolti accertamenti a 360 gradi, mirati a valutarne il comportamento nei tre ambiti di controllo dell’Autorità: prevenzione della corruzione, trasparenza e attività contrattuale. I risultati, a quanto ha spiegato Cantone, non sono stati positivi: «Su tutti e tre sono emerse, come era prevedibile, criticità sia pure di diverso spessore».
Carenze in materia di trasparenza
Nel corso delle verifiche, infatti, «sono state rilevate carenze in materia di trasparenza, in relazione all’omessa pubblicazione dei dati sui processi di pianificazione, realizzazione e valutazione delle opere pubbliche nonché sui bandi di gara e sui contratti». Soprattutto, però, è sul fronte delle procedure di gara che le cose sono andate peggio: le verifiche sulla gestione di ben 1.850 procedure non ad evidenza pubblica hanno mostrato «numerosi e gravi profili di illegittimità». In particolare, l’Authority ha riscontrato «un ricorso generalizzato a procedure sottratte al confronto concorrenziale», la carenza della verifica dei requisiti di partecipazione alle procedure negoziate degli operatori economici, «un improprio ricorso all'affidamento diretto di servizi a cooperative sociali».
Le criticità sulle gare
Sul punto, la relazione spiega di avere rilevato la presenza di operatori economici «che potevano vantare nell'ultimo triennio un esorbitante numero di affidamenti di cospicuo valore economico avvenuti in gran parte in forma diretta, e ciò a conferma del mancato rispetto anche dei basilari principi di concorrenza, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità». Il quadro complessivo che emerge nella gestione amministrativa delle procedure è «estremamente critico».
Atac, affidamenti anomali
Anomalie simili riguardano anche Atac. Scandagliando le attività della società che gestisce il trasporto pubblico locale nella città, è emersa «un’alta concentrazione» di acquisti tra pochi imprese: mediamente, in ognuno dei cinque anni compresi nel periodo di analisi dell’Authority (2011-2015), quattro operatori si sono aggiudicati circa il 30% del valore economico di tutti gli acquisti di Atac nella categoria merceologica dei materiali di ricambio, «con indici di concentrazione che variano annualmente tra il 28% e il 36%».
Le soluzioni dell'Authority
Per questo, è stato necessario intervenire subito, considerata la gravità e la complessità dei problemi. È stato, allora, avviato un «positivo confronto» con la struttura commissariale che ha preso il posto del vecchio consiglio comunale, con la quale è costituito un tavolo di lavoro congiunto, per individuare e adottare «possibili soluzioni». E adesso è iniziata una fase di dialogo anche con la nuova amministrazione.
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