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Cade la cupola riservata della 'ndrangheta

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operazione Dda a reggio calabria

Cade la cupola riservata della 'ndrangheta

Cade un altro velo degli “invisibili” di 'ndrangheta, la cupola riservata che a Reggio Calabria domina e sulla quale da anni la Procura sta silenziosamente lavorando.

I carabinieri del Ros e di Reggio Calabria hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta del pm Giuseppe Lombardo della Dda nei confronti di 5 persone, per associazione mafiosa. Si tratta di Paolo Romeo, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, l'ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, uno dei più stretti collaboratori dell ex Governatore Peppe Scopelliti, l'avvocato Giorgio De Stefano, Francesco Chirico e il senatore Antonio Caridi, per il quale bisognerà però attendere l'autorizzazione del Senato.

L'indagine ha individuato una parte - seppur importante, soprattutto per la rete di relazioni - della struttura segreta di vertice della 'ndrangheta in grado di dettare la strategia grazie alla armonia con ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali al fine di infiltrarli ed asservirli ai propri interessi criminali. In particolare è stato documentato il ruolo determinante del presunto sodalizio mafioso nel condizionamento di alcuni appuntamenti elettorali comunali, provinciali, regionali, nonché nell'individuazione di propri affiliati da far eleggere nel parlamento nazionale.

“Questo direttorio era in grado di influenzare politica ed economia non solo della città”

Federico Cafiero De Raho, capo della procura di Reggio Calabria  

Il capo della Procura di Reggio Federico Cafiero De Raho ha detto in sede di conferenza stampa presso il comando provinciale dei Carabinieri che «questa operazione è unica e straordinaria. Abbiamo scoperto la cupola riservata e invisibile della ’ndrangheta che dà le direttive ad una base che non ne conosce il vertice. Questo direttorio era in grado di influenzare politica ed economia non solo della città».

Cafiero ha specificato che molti politici sono stati allevati mettendone alla prova la loro affidabilità dalla scala comunale su su fino a quella provinciale, regionale, parlamentare e perfino al Parlamento europeo. Se davano garanzie di fiducia assoluta scalavano i vertici politici altrimenti venivano perfino costretti a dimettersi, “accerchiandoli” con persone in grado di farli cadere politicamente.
Questo fa presumere che presto cadranno altre teste di alto livello politico nella rete della Dda di Reggio Calabria.

Poi una stoccata ai ritardi con il quale il Csm sta adeguando la carenza di organici della Procura. «Ci sono solo 24 sostituti che a breve diventeranno 17 ma la pianta organica ne prevede 26. Non si può andare avanti così e non vorrei che si guardasse ora alla implementazione degli organici di Catanzaro trascurando Reggio. È questa la capitale della ’ndrangheta visibile e invisibile».

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