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I pm: falso nei registri per coprire errori. Si indaga anche su…

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disastro ferroviario in puglia

I pm: falso nei registri per coprire errori. Si indaga anche su responsabilità politiche

Cominceranno lunedì i primi interrogatori dei sei indagati della Procura di Trani per la tragedia ferroviaria sulla linea tra Corato e Andria (23 morti e 52 feriti). Si parte dai due capistazione, Vito Piccarreta ed Alessio Porcelli, in servizio rispettivamente ad Andria e Corato, già da giorni sospesi cautelativamente dal servizio. Ma nel registro degli indagati sono iscritti anche Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio partito da Andria, rimasto ferito nello schianto e unico sopravissuto del personale di bordo - i due macchinisti e l’altro capotreno sono invece morti -, nonché dirigenti e amministratori della società privata Ferrotramviaria che gestisce la linea, e cioè il direttore generale Massimo Nitti, il direttore di esercizio Michele Ronchi e la presidente Gloria Pasquini.

Per i sei i reati ipotizzati sono quelli di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime. Per i capistazione l’accusa è quella di aver provocato le morti; per dirigenti e amministratori, invece, quella di non aver controllato sul funzionamento dell’azienda. Fu Piccarreta, infatti, ad alzare la paletta col verde al treno in partenza da Andria malgrado la linea fosse già impegnata dal convoglio partito da Corato e infatti, di lì a pochi minuti, ci fu lo schianto nelle campagne. Ma è ormai chiaro che la vicenda non può circoscriversi a questo e che il raggio di indagine deve essere più ampio.

Oltre al ritardo nei lavori di adeguamento del tratto ferroviario in questione e alla mancata spesa delle risorse stanziate, starebbero emergendo anche aspetti poco chiari nella gestione dei registri relativi al movimento dei convogli. Un’alterazione “evidente”, sui registri di almeno una stazione, dell'orario di transito di uno dei tre treni in viaggio sulla tratta Corato-Andria il giorno del disastro ferroviario pare sia stata riscontrata dagli investigatori che lavorano al caso. E che stanno cercando di capire se si sia trattato del tentativo di almeno un ferroviere di coprire l’errore compiuto che ha portato al disastro. Una circostanza che è utile a far luce sulla ricostruzione della dinamica dei fatti e che sarà al centro degli interrogatori dei due capistazione fissati per domani.

Negli anni il traffico ferroviario sulla Barletta-Bari era cresciuto di molto ma il personale non era stato adeguato e anche le segnalazioni continuavano ad avvenire col vecchio sistema delle telefonate tra una stazione e l’altra. Che ora l’inchiesta voglia andare in profondità emerge anche dal fatto che le proroghe del contratto di concessione tra Regione e Ferrotramviaria, nonché i contratti di servizio che legano da anni l’ente pubblico alla società privata, il regolamento di esercizio di Ferrotramviaria e la carta dei servizi dell’azienda saranno esaminati dai pm di Trani, dove la Procura ha costituito un pool specifico con cinque magistrati. Dagli atti, che sarebbero già stati acquisiti dalla Guardia di Finanza, incaricata di vagliare gli aspetti relativi alla concessione, ai finanziamenti e agli appalti, potrebbero emergere eventuali responsabilità di tecnici e politici regionali.

La Regione Puglia, infine, comunica che diminuiscono i pazienti ricoverati. Il numero è sceso, infatti, da 21 a 19 con due dimissioni a Barletta. E diminuiscono anche le prognosi riservate, da 7 a 6, tra cui c’è il piccolo Samuele di 7 anni.

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