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Matera 2019, vietato fare errori

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L'Analisi|Attualità

Matera 2019, vietato fare errori

Che cosa è rimasto dell'energia travolgente che si liberò in piazza San Giovanni, a Matera, il pomeriggio del 17 ottobre del 2014, quando il ministro Dario Franceschini lesse dal tablet che gli passò il rappresentante dell'Unione europea Steve Green il nome della capitale europea della cultura per il 2019? Lacrime, abbracci, urla di gioia legarono via del Collegio romano, la sede del Mibact, al centro storico della città dei Sassi. La gioia fu irrefrenabile, come se la designazione europea fosse la rivincita di quel pensiero meridiano di cui Matera e la lucania federiciana sono l'espressione più felice.

Inutile girarci attorno: la campagna elettorale di otto mesi dopo spezzò questa onda vitale. I palchi dei comizi elettorali si trasformarono nello sfogatoio di un Sud frustrato che chiese conto persino al direttore di Matera 2019, autore del dossier vittorioso, della sua torinesità. Un dettaglio marginale, se non nascondesse un perfido capovolgimento antropologico: il pregiudizio geografico torna a diventare un'arma, questa volta nelle mani dei discriminati.

Sembrò una ritorsione, una sadica rivincita, un argomento da attaccabrighe nella terra che deve a un altro torinese, Carlo Levi, le parole più alte a difesa della cultura contadina lucana, a quei tempi tradita dal fascismo e dal notabilato.
Salvatore Adduce, il sindaco poi sconfitto alle elezioni, interpretò la vittoria dell'ottobre di due anni fa con una battuta fulminate: “Finalmente non andremo più in giro con il cappello in mano, ma ci presenteremo al mondo come cittadini europei in grado di offrire valori, storia e cultura”.

Ecco il cambiamento di paradigma sul quale lavorare, una cesura che segni un confine invalicabile tra chi ha i piedi piantati nella contemporaneità e chi è ostaggio del piccolo mondo antico. Il sindaco si sta prodigando oltre i propri limiti anagrafici per supplire alle carenze della tecnostruttura, l'anello di collegamento (che non c'è) con la Fondazione Matera 2019 e la Regione Basilicata. Occorre reclutare professionalità al nord o all'estero? Si faccia: i soldi non mancano e il Comune, grazie alla designazione di capitale europea, è stato autorizzato dall'esecutivo a sforare il patto di stabilità.

Gli italiani si aspettano di vedere nei milioni di turisti che invaderanno i Sassi lo stupore infantile che calò sul volto dei commissari europei quando si affacciarono dalla terrazza di Casa Ortega, uno squarcio primitivo carico di tutta la bellezza del mondo. Ma anche la sorpresa per l'originalità delle manifestazioni culturali, l'accoglienza calorosa, la generosità di un popolo che abita un luogo irripetibile.

One shot, dicono gli inglesi. Un solo colpo. Ecco perché non si può sbagliare. La prossima occasione utile? Tra 4mila anni, dice scherzando (ma non troppo) il sindaco de Ruggieri.

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