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Padoan: a G20 parlato molto di Brexit, effetti medio termine ancora…

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vertice finanziario a Chengdu

Padoan: a G20 parlato molto di Brexit, effetti medio termine ancora incerti

I possibili effetti della Brexit sugli equilibri economici mondiali sotto i riflettori del vertice finanziario del G20 in corso a Chengdu, nel cuore sudorientale della Cina continentale. Pur non un tema citato nell'agenda ufficiale dei lavori, che si concluderanno domani, «si è parlato molto di Brexit», ha spiegato in una pausa della conferenza il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, confermando la riflessione sulle conseguenze di medio termine «che sono ancora poco chiare perché non si sa quale e quando si instaurerà il processo negoziale tra Gran Bretagna e Unione europea».

Gran Bretagna «conta su una Ue forte anche se a 27 e non a 28»
E ancora meno «si sa ancora meno di quello che potranno essere gli eventuali scenari futuri», ha aggiunto il titolare di via XX settembre - reduce da un incontro con il neo ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond nell'ambito di una riunione G7 parallela al G20 - , «cioè in che modo la Gran Bretagna si collegherà o meno». In ogni caso, ha concluso Padoan citando le parole del nuovo Cancelliere dello Scacchiere britannico, «l'Inghilterra sarà impegnata in un'economia aperta e integrata globalmente e che conta su una Ue forte anche se a 27 e non a 28».

Incertezza su futuro «peso negativo alle potenzialità di crescita» Ue
Riassumendo lo stato dell'arte dei lavori del G20, il ministro ha registrato in particolare «la presa d'atto che anche prima della Brexit la crescita dell'economia mondiale stava rallentando per varie ragioni». In generale, «il fatto che ci sia incertezza politica o incertezza legata a fattori extra economici in molte zone del mondo non aiuta l'economia», ha osservato Padoan, ma piuttosto «aggiunge un peso negativo alle potenzialità di crescita». In questo scenario la Brexit «ha dato un ulteriore elemento negativo per cui più o meno tutte le economie cresceranno di meno. Ciononostante, è possibile reagire accelerando i processi di riforma, accelerando le strategie per la crescita in cui ci sono sia le riforme strutturali che le riforme macroeconomiche».

Coordinare maggiori economie per migliorare risultati e sostenibilità
Quanto alla proposta dalla presidenza cinese, avanzata dal ministro delle Finanze Lou Jiwei di un maggiore coordinamento delle maggiori economie per promuovere sostenibilità e crescita bilanciata visto che l'efficacia delle politiche fiscali e monetarie sta diminuendo, Padoan ha osservato che «coordinamento vuol dire tante cose. C'è la condivisione delle strategie di crescita. Una cosa su cui molti hanno insistito è che bisogna sfruttare meglio le interazioni tra i vari strumenti macroeconomici, strutturali e fiscali in modo che si possa con un certo totale di risorse avere risultati migliori»..

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