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Rai, Dall'Orto: «Stipendi, autoregolamentazione in tempi…

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in commissione di vigilanza

Rai, Dall'Orto: «Stipendi, autoregolamentazione in tempi brevi»

Il codice di autoregolamentazione sugli stipendi della Rai« è una cosa delicata, ci vorranno settimane per farlo, ma ci siam dati tempi brevi». Lo ha assicurato oggi il dg Rai, Antonio Campo dall'Orto, nel corso di un'audizione in commissione di Vigilanza insieme con la presidente Rai, Monica Maggioni, annunciando anche la «stabilizzazione di 1.000 precari in 5 anni».

«Codice a breve in consiglio»
A pochi giorni dalle polemiche scatenate dalla pubblicazione on line degli stipendi di dirigenti e giornalisti superiori a 200mila euro, Dall'Orto spiega che la messa a punto del codice è «delicata» «perche' c'è un aspetto giuridico di implementazione, dobbiamo negoziare con le persone a cui facciamo le proposte. Nell'arco di poche settimane andremo a presentare la proposta anche in consiglio».

«Profondo piano di riorganizzazione»
«La Rai - ha continuato Dall'Orto - ha attuato un profondo piano di riorganizzazione della struttura aziendale con interventi che hanno interessato il 15,6% delle persone che lavorano in Rai, 1700 persone interessate da interventi organizzativi». L'obiettivo di viale Mazzini, ha spiegato il dg è stato «superare l'organizzazione che abbiamo ereditato, perchè troppo articolata, con tantissime direzioni, intese come luoghi». Nella riorganizzazione «680 persone hanno avuto nuove assegnazioni definitive o a tempo, 95 persone, tra cui 44 dirigenti e 13 direttori, e 51 giornalisti, tra cui 16 direttori hanno cambiato ruolo».

«Stabilizzeremo 1.000 precari»
«La Rai è un'azienda che continua ad assumere e, in una prospettiva di medio periodo, vuole continuare ad attrarre - con selezione pubblica - il meglio della creatività e del talento di questo Paese» ha continuato Dall'Orto, sottolineando che «tra il 2008 e il 2016 abbiamo stabilizzato 2729 persone di cui 601 giornalisti, compresi i vincitori dell'ultimo Concorso, e stiamo anticipando l'assunzione di chi rientra nei bacini con un risparmio stimato di 1 milione di euro» e che «l'impegno è di stabilizzare oltre 1000 persone (1019) entro i prossimi cinque anni».
Il dg ha poi precisato che «nel piano di riorganizzazione» aziendale «gli altri dirigenti inseriti sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato da dirigenti di prima nomina, quindi con tutele contrattuali notevolmente inferiori rispetto a quelle che avevano nelle aziende di provenienza».

«Il Governo imponga tetto stipendi»
«Bisogna rompere l'ipocrisia: il governo ha la possibilità di imporre il tetto di 240 mila euro agli stipendi della Rai. E allora lo faccia. Vorrei che il Pd e
il governo si pronunciassero» lo ha detto Nicola Fratoianni (Si-Sel) commentando l'audizione. Sulla stessa linea i parlamentari Cinquestelle, che accolgono «con favore le intenzioni dei vertici Rai sul nuovo piano stipendi» facendo notare che «tutto questo succede mentre il governo e la maggioranza
portano avanti un atteggiamento omertoso, senza fare assolutamente nulla sebbene sia stato e sia in loro potere».
Il tetto agli stipendi «andrebbe applicato» anche secondo il senatore Maurizio Gasparri (Fi), secondo il quale «anche questo silenzio-assenso sulle nomine dei direttori dei Tg mi sembra una maxi lottizzazione renziana, visto che il direttore generale non è particolarmente ben visto» dal governo. E il presidente dei deputati di Fi, Renato Brunetta, accusa: «l'attuale dirigenza Rai non fa altro che avallare e coprire la presa di potere, anche dal punto di vista mediatico da parte del governo Renzi. Un'azienda potenzialmente straordinaria come la Rai è purtroppo ridotta a recinto di clientele a spese dei cittadini».

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