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Referendum, la Cassazione ammette la richiesta

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Unico quesito

Referendum, la Cassazione ammette la richiesta

La Corte di Cassazione ha ammesso la richiesta di referendum costituzionale. Stringendo i tempi per la verifica delle firme presentate dal Comitato per il Sì al referendum sulle riforme costituzionali, l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione ha pubblicato l’ordinanza firmata dalla presidente Maria Cristina Siotto che ammette la consultazione referendaria d’autunno sul ddl Boschi. Il 14 luglio i promotori del referendum avevano presentato 64 scatole contenenti 579.514 firme in Cassazione. L’ordinanza verrà ora trasmessa al presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, al premier e al presidente della Corte costituzionale e notificata ai presentatori della richiesta. La legge sulle riforme costituzionali è stata approvata in seconda votazione a maggioranz assoluta, ma inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna Camera.

Renzi: starò al merito, non riguarda l’Italicum
Dopo il via libera della Cassazione al referendum, il premier Matteo Renzi ha ritwittato il tweet del comitato promotore per il sì al quesito: «Adesso possiamo dirlo: questo è il referendum degli italiani ». Poi ha parlato di referendum nella sua e-news: «In tanti mi state scrivendo segnalando la necessità di spiegare nel merito la questione referendaria. Il quesito infatti non riguarda la legge elettorale o i poteri del governo, argomenti che non sono minimamente toccati dalla legge costituzionale, ma riguarda il numero dei politici, il tetto allo stipendio dei consiglieri regionali, il voto di fiducia, il Senato, l'abolizione degli enti inutili come il Cnel, le competenze delle Regioni”. Anche il commento della ministra per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi è affidato a twitter: «Via libera della Cassazione alle firme raccolte dal comitato del sì! Adesso la parola ai cittadini #bastaunsì». Su twitter Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni e deputata del gruppo Area popolare (Ncd-Udc) ha scritto: «Dopo ok Cassazione su referendum i cittadini possono scegliere tra il cambiamento e la conservazione. #VotareSi per rinnovare l’Italia».

Le opposizioni: subito la data
Una nota congiunta dei parlamentari del M5s di Camera e Senato sollecita il premier a « indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare per il referendum costituzionale». Il M5s attacca il Pd sottolineando che il Comitato del sì intasca «500 mila euro di rimborsi, denaro pubblico, che sono destinati per legge al loro comitato del sì che ha raccolto le firme per l’indizione del referendum popolare. La cosa più grave è che non c'era neanche bisogno di raccoglierle in quanto il referendum si sarebbe svolto lo stesso dato che, come prevede la Costituzione all'articolo 138, un quinto dei deputati ne aveva già fatto richiesta». Affida il suo commento a twitter anche Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: «Da Cassazione via libera a consultazione costituzionale. Ora governo @matteorenzi indichi subito data voto. Stop scuse/trucchetti». Per Arturo Scotto, capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana, «occorre un gesto di responsabilità politica e consultare le opposizioni sulla data che non può essere manovrata a piacimento dell'esecutivo». Dalla «Corte di Cassazione arriva via libera al referendum costituzionale. Vediamo se anche stavolta Renzi riesce a piazzare il voto nel bel mezzo di un ponte», ha scritto su Twitter la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Per il senatore Gaetano Quagliariello, presidente del movimento Idea, « da oggi, dopo il pronunciamento della Cassazione, l'esecutivo è nelle condizioni di stabilire la data del referendum affinché si possa procedere alla sua indizione nei termini di legge».

La nota della Cassazione
«L’Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte Suprema di Cassazione - si legge nella nota della Cassazione -, con ordinanza dell'8 agosto 2016, ha dichiarato conforme all'art. 138 Cost. e alla Legge n. 352 del 1970 la richiesta di referendum depositata il 14 luglio 2016 alle ore 18.45 sul testo di legge costituzionale avente ad oggetto il seguente quesito referendario: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?». L’Ufficio centrale per il Referendum ha quindi ammesso la richiesta di referendum.

Il timing
Dopo il responso della Cassazione scattano i 60 giorni di tempo per il governo per deliberare la data del referendum. Prima, però, devono trascorrere 10 giorni per gli eventuali ricorsi. La data del referendum potrebbe dunque essere all'ordine del giorno del Cdm alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva (tra fine agosto e i primi di settembre). Subito dopo la delibera del Cdm la parola passerà al Capo dello Stato che ha il compito di indire, con decreto presidenziale, il referendum. Il voto potrà essere fissato in una domenica compresa tra il 50/mo e il 70/mo giorno dal decreto di indizione. Si aprono, dunque, più di tre mesi di confronto politico arroventato, fino a quando si consumerà il rito del voto ipotizzabile la prima settimana di dicembre (dunque si incrocerà con il pronunciamento della Consulta sull’Italicum fissata per il 4 ottobre).

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