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Strage di Brescia: per i giudici sicuramente riconducibile alla destra…

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L’eccidio del 1974

Strage di Brescia: per i giudici sicuramente riconducibile alla destra eversiva

La strage del 28 maggio 1974
La strage del 28 maggio 1974

La strage di piazza della Loggia a Brescia, uno degli attentati più gravi degli “anni di pombo” è «sicuramente riconducibile» alla destra eversiva e «tutti gli elementi evidenziati convergono inequivocabilmente nel senso della colpevolezza di Carlo Maria Maggi». È quanto scrivono i giudici della corte d'assise d’appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui condannarono Maggi, allora ispettore di Ordine nuovo per il triveneto e l’ex collaboratore dei servizi segreti Maurizio Tramonte, all’ergastolo per l’eccidio del 28 maggio del '74. Lo segnala l’Ansa.

Nella strage morirono otto persone
L’attentato provocò 8 morti e 102 feriti. In piazza della Loggia a Brescia venne nascosta una bomba in un cestino dei rifiuti che esplose nel corso di una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Le vittime furono Giulietta Banzi Bazoli (34 anni, insegnante), Livia Bottardi (32 anni, insegnante), Alberto Trebeschi (37 anni, insegnante), Clementina Calzari Trebeschi, (31 anni, insegnante), Euplo Natali (69 anni, pensionato, ex partigiano), Luigi Pinto (25 anni, insegnante), Bartolomeo Talenti, (56 anni, operaio), Vittorio Zambarda (60 anni, operaio).

Maggi poteva contare su coperture e appoggio dei servizi
L’ex ispettore di Ordine nuovo per il Triveneto, Carlo Maria Maggi, in relazione alla strage di Piazza della Loggia secondo i giudici aveva “la consapevolezza” di poter contare «a livello locale e non solo, sulle simpatie e sulle coperture - se non addirittura sull’appoggio diretto - di appartenenti di apparati dello Stato e ai servizi di sicurezza nazionale ed esteri».

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