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Flessibilità all’Italia?Partita ancora aperta per il 2017

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analisi

Flessibilità all’Italia?Partita ancora aperta per il 2017

Il vertice a tre nelle acque di Ventotene va interpretato come uno dei passaggi (non cruciale) della lunga marcia di avvicinamento verso l'auspicata “Europa della crescita”, dopo gli anni dell'austerità imposta dalla Germania. Nessuna apertura esplicita da parte di Angela Merkel alle nuove richieste che il Governo si appresta ad avanzare a Bruxelles, e al tempo stesso nessuna chiusura in via di principio. Sulla flessibilità – ha detto Angela Merkel – spetta alla Commissione individuare gli spazi nella trattativa con i singoli paesi, all'interno del Patto di stabilità “che già contiene diversi margini di flessibilità”. Per ora nulla di più.
Le trattative con i singoli paesi sulla flessibilità sono state affidate formalmente alla Commissione, con il tacito e implicito consenso di Berlino e Parigi.

Clausole su riforme, investimenti, eventi eccezionali: l'Italia ne ha beneficiato per lo 0,75% del Pil nel 2016 (14 miliardi), ed ha già sostanzialmente ottenuto dalla Commissione Ue di fissare all'1,8% il deficit del 2017, rispetto a un obiettivo iniziale dell'1,1% poi corretto all'1,4 per cento. Ora si prospetta un ulteriore incremento (l'asticella dovrebbe attestarsi attorno al 2,2/2,3%), aprendo in tal modo un margine di bilancio tra gli 8 e i 10 miliardi. Una partita con l'Europa che sembra ancora tutta da giocare.

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