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funerali ad amatrice

Il vescovo: «Non uccide il terremoto, ma le opere dell'uomo»

Sono iniziati con la lettura dei nomi di tutte le vittime del terremoto i funerali solenni per 38 morti di Amatrice celebrati dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili. Una lista lunga e dolorosa che si è sciolta nell'applauso delle oltre 600 persone che hanno assistito alla cerimonia sotto la tensostruttura allestita dalla Protezione civile. Molti altri non sono riusciti a entrare e hanno seguito la funzione dall'esterno, sotto la pioggia.
Come accaduto per i funerali di sabato scorso ad Ascoli, alla messa - prima prevista all'aeroporto civile di Rieti e poi spostata ad Amatrice dopo le proteste dei cittadini- hanno partecipato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi e i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Con loro anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e l'ex presidente dell'Anci, Antonio Fassino.

Il tweet del Quirinale

Solo 28 feretri
Di fronte all'altare sono solo 28 le bare, di cui 2 bianche, portate nel cortile del complesso don Minozzi di Amatrice: in un primo momento, delle 242 vittime finora accertate tra Amatrice e Accumoli erano previsti 38 feretri, e i 10 mancanti, secondo fonti della protezione civile, apparterrebbero alle ultime vittime estratte in questi giorni dalle macerie dopo il sisma del 24 agosto.

Il vescovo: «Uccidono le opere dell'uomo»
«Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo!» ha detto il vescovo Pompili durante l'omelia, ricordando che «Dio non può essere utilizzato come il capro espiatorio» anche in casi di tragedie come quelle del terremoto e della «devastazione di Amatrice e di Accumoli». Il vescovo ha anche invitato a non trasformare la ricostruzione in una «querelle politica».
Tra i concelebranti ad Amatrice anche l'elemosiniere apostolico, monsignor Konrad Krajewski, mandato da Papa Francesco per consegnare un rosario a tutte le famiglie delle vittime presenti alla funzione, e il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D'Ercole, che proprio ad Ascoli ha officiato sabato scorso le esequie delle altre vittime del sisma.

Renzi e Mattarella in piedi tra la gente
Il presidente Mattarella, il premier Renzi e i presidenti di Camera e Senato sono rimasti in piedi in mezzo alla gente nella tensostruttura per tutta la cerimonia. Allontanate dal vescovo tutte le corone di fiori delle istituzioni, l'unico segno della presenza delle autorità è stata la corona del Presidente della Repubblica affiancata da due corazzieri.
Sull'altare della tensostruttura i volontari hanno fissato il crocifisso ligneo salvato dal crollo di una delle chiese di Amatrice distrutte dal terremoto. E durante la cerimonia sono stati lanciati dei palloncini bianchi donati ai bambini dalla Protezione civile.

Il lungo abbraccio tra il vescovo di Rieti, mons. Pompili, e il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi al termine dei funerali

«Questa gente è morta perchè amava questa terra e noi vogliamo restare qui» ha detto al termine dei funerali il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Una frase accolta un forte applauso da parte della folla che gremiva la tensostruttura. Il sindaco ha quindi abbracciato forte e a lungo il vescovo di Rieti, mons. Pompili.
Abbracci alle famiglie delle vittime anche dal presidente della Repubblica Mattarella, che al termine delle esequie si è intrattenuto per salutare il vescovo e i parenti seduti accanto ai feretri.

Il Presidente Mattarella alle esequie solenni delle vittime del terremoto di Amatrice

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