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Terremoto, edifici ecclesiastici sotto la lente dei Pm

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le inchieste sui crolli

Terremoto, edifici ecclesiastici sotto la lente dei Pm

La combo mostra la Chiesa di San Francesco ad Amatrice tratta da Google Street View (sulla sinistra) e la stessa chiesa dopo il forte terremoto di oggi, 24 agosto 2016 (Ansa)
La combo mostra la Chiesa di San Francesco ad Amatrice tratta da Google Street View (sulla sinistra) e la stessa chiesa dopo il forte terremoto di oggi, 24 agosto 2016 (Ansa)

Un appalto tutto da chiarire, quello per la ristrutturazione della scuola Romolo Capranica, sbriciolatasi sotto la potenza del sisma del 24 agosto. Per gli inquirenti il bando del Comune di Amatrice con la giunta del sindaco Sergio Pirozzi, potrebbe nascondere delle irregolarità penali e non solo. Si scopre, infatti, che la Corte dei Conti del Lazio ha già un fascicolo per danno erariale su quell’appalto: un’indagine che nasce prima che il terremoto devastasse il Centro Italia.

Gli accertamenti sono destinati ad allargarsi. Perché dagli atti recuperati si scoprono anche altri particolari, come il caso dello stesso municipio di Amatrice, una struttura pubblica priva di adeguamento antisismico, o come i finanziamenti previsti per il post sisma del 1997 dati a pioggia per compiere «migliorie» e «ripristini» antisismici di chiese però crollate. Il fronte appalti e finanziamenti è sotto la lente del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Rieti, che ieri ha acquisito documentazioni amministrative dalla Provincia e dal Genio Civile.

La Corte dei conti

Sul bando del Comune di Amatrice per il miglioramento sismico della Capranica sono sorti sospetti. Già il procuratore della Corte dei conti, Donata Cabras, avrebbe riscontrato presunte irregolarità che potrebbero costare un’accusa per danno erariale. Dal punto di vista penale, invece, la vicenda è ancora tutta da chiarire. Il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, e i sostituti Rocco Gustavo Maruotti, Lorenzo Francia, Cristina Cambi e Raffaella Gammarota, stanno verificando tutte le tappe: dal bando di gara, fino alle varie previsioni dell’appalto. E a non convincere è proprio il capitolato, che ha disciplinato, tra le altre cose, il «miglioramento sismico sulle due ali in cemento armato costruite negli anni novanta». Perché, dunque, questi interventi di prevenzione ai terremoti sono stati limitati a queste sole porzioni della struttura? A chiederselo è anche Gianfranco Truffarelli, imprenditore e amministratore della Edil Qualità, la società che rientra nel Consorzio stabile valori del gruppo Mollica.

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Le carte dell’appalto

Truffarelli non solleva alcun sospetto, ma si limita ad affermare di aver «compiuto i lavori così come era previsto nell’appalto». Ai magistrati non è passato inosservato l’atteggiamento collaborativo dell’imprenditore, in quanto è stato lui a offrire ai pm la corposa documentazione dell’appalto, contrariamente al Comune che in una memoria depositata ieri ha affermato che «non si è rinvenuta alcuna traccia» dei «progetti relativi alla ristrutturazione edilizia dell’istituto scolastico» per il crollo parziale degli uffici. «Ai magistrati - ha spiegato l’avvocato Massimo Biffa, difensore di Truffarelli - abbiamo depositato anche 1.300 fotografie che dimostrano tutti i lavori svolti, così come era previsto dal bando».

Il Comune

I fari dei magistrati sono accesi, tra le altre strutture pubbliche, anche sul parziale crollo del Comune. Il palazzo comunale era tecnicamente a norma, nel senso che durante la costruzione ha rispettato le leggi vigenti dell’epoca; non ha tuttavia ricevuto miglioramenti o adeguamenti antisismici, per conformarlo alle leggi successive. Questo ha comportato la perdita di tutto l’archivio comunale e della documentazione. In questo momento si stanno cercando ancora gli hard disk del materiale, ma la situazione è critica. La ricostituzione degli uffici comunali avverrà con il supporto di tecnici e agenti di polizia municipale del Comune di Milano.

Gli edifici ecclesiastici

Tra i documenti che cercano i magistrati, al fine di fare chiarezza su appalti e finanziamenti, ci sono anche quelli relativi agli edifici ecclesiastici. Gli stanziamenti arrivavano dallo stesso fondo da 46 milioni messo a disposizione dopo il sisma del 1997.

La gestione di queste commesse era di competenza, nella maggior parte dei casi, della Curia vescovile di Rieti o di Poggio Mirteto, o, in qualche caso, della Sovrintendenza dei beni architettonici del Lazio o del commissario per il sisma del 1997. Per quanto riguarda la gestione ecclesiastica di Rieti e Poggio Mirteto, sono stati messi a disposizione dallo Stato italiano 9,3 milioni (di cui quasi 6 gestiti dalla curia di Rieti), tra importo finanziato inizialmente e successive integrazioni, per circa 40 interventi sparsi nel territorio. Oltre al comune di Amatrice, i lavori dovevano riguardare anche centri più piccoli, oltre alla stessa città di Rieti. Di questi, solo cinque, in 20 anni, si possono considerare conclusi e collaudati; altri 20 sono dichiarati finiti ma non collaudati. Il resto deve essere ancora appaltato, più o meno definitivamente, o costruito da zero o ultimato. Sostanzialmente la metà è ancora da fare, e solo una piccola parte ha avuto un collaudo.

Sempre per gli edifici religiosi, si aggiungono poi i 3,2 milioni gestiti dalla Sovrintendenza e altri 15 circa gestiti dal commissario del ’97. Anche in questi casi, la metà è terminato e collaudato, il resto ancora in corso d’opera o addirittura definanziato. Oltre ai ritardi e alla gestione dei finanziamenti di chiese e luoghi religiosi, gli inquirenti dovranno anche capire perché in molti casi le opere di miglioramento sono stati assolutamente insufficienti a garantire la tenuta in caso di terremoto. Basta guardare il crollo ad Amatrice del complesso parrocchiale di San Michele Arcangelo, finanziato con circa 200mila euro e poi crollato.

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